E' scoppiata la polemica: gli esercenti del cinema hanno definito 'una montatura orribile' le indicazioni che il Consiglio superiore di sanita' ha formulato in merito all'utilizzo degli occhialini 3D, 'un affare' che ha incrementato del 30% gli incassi del cinema. "Ma e' una polemica irrazionale", puntualizza il professor Mario Stirpe, presidente Irccs Fondazione Bietti, raggiunto dall'AGI per chiarire alcuni aspetti della discussione in atto.
"E' stata sollevata una protesta sterile - dichiara l'esperto - gli occhiali tridimensionali sono innoqui ma e' necessaria una revisione delle modalita' di utilizzo, al momento anti-igienico. Pensiamo solo ai pericoli che si possono correre nei periodi di epidemie congiuntivali".
Gli esercenti del cinema accusano il Css di aver dichiarato nocivi gli occhialini. E' cosi', professore?
"No, il Css non ha mai detto che gli occhiali tridimensionali siano nocivi, semplicemente vanno osservate quelle norme igieniche praticate per i ferri ospedalieri: bisogna lavare, risterilizzare e impacchettare gli occhialini dopo ogni uso. La amuchina non e' sufficiente".
Riguardo alla riserva del Css sull'utilizzo da parte dei bambini sotto i sei anni?
"E' una precauzione legata al principio di illusione stereoscopica che si struttura proprio intorno a questa eta'".
Sulla possibilita' di utilizzare gli occhiali monouso, cosa ne pensa?
"Sono adatti solo ad alcuni tipi di proiezione, ecco il perche' della protesta di alcuni esercenti".
Marzo 2010