(di Andrea Cauti)
Marco Bellocchio e' l'unico rappresentante italiano sulla Croisette al Festival di Cannes in programma dal 13 al 24 maggio. Il regista e' in concorso col suo ultimo film, "Vincere", che racconta la storia di Ida Dalser, prima moglie di Benito Mussolini ma sempre tenuta segreta e fatta morire in manicomio dal dittatore che aveva avuto anche un figlio da lei, Benito Albino. La pellicola e' interpretata da Giovanna Mezzogiorno e Filippo Timi.
Sente la responsabilita' di essere il solo italiano a Cannes?
"Avere l'unico film italiano in concorso non mi togliera' il sonno. A novembre compiro' 70 anni e credo proprio che restero' me stesso e non saro' preso dall'ansia. Essere a Cannes e' chiaramente una soddisfazione. Un regista vive anche di riconoscimenti e andare in concorso in un festival come quello di Cannes e' importante per il proprio film. Quello che conta davvero, pero', e' poi il giudizio del pubblico".
In gara ci saranno molti grandi nomi del cinema internazionale, da Tarantino a Resnais e Ang Lee. Chi teme di piu'?
"Non ha senso dire quale regista mi preoccupi di piu' nel gioco della competizione. Credo che sarebbe stato ridicolo sperare di avere contro avversari mediocri. Citando Mussolini, posso dire: molti nemici, molto onore".
Ritiene che un film come "Vincere" in un periodo storico come quello che viviamo in Italia possa far pensare ad una similitudine tra Mussolini e Berlusconi?
"Quando ho scritto 'Vincere' non ho pensato affatto a Berlusconi ne' ho fatto similitudini tra Mussolini e l'attuale premier. Non credo che ci saranno polemiche, ma saranno comunque gli spettatori a decidere. A quasi 70 anni e con una carriera alle spalle come la mia non ho paura di nulla: percio' sono sincero quando dico che non ho mai pensato a Berlusconi, malgrado il premier abbia in comune col duce una grande capacita' di usare la propria immagine. Ho fatto questo film perche' sono rimasto sconvolto dalla vicenda umana di Ida Dalser, la prima eroina antifascista, una donna unica. Raccontando la sua tragedia, in realta' ne ho raccontate due: la sua, di moglie di Benito Mussolini e quella del figlio".
Come ha scelto Giovanna Mezzogiono per il ruolo di Ida Dalmer e Filippo Timi per quello di Benito Mussolini?
"Ida Dalser e' stata un'eroina piuttosto antipatica, una rompiscatole che vuole affermare ad ogni costo la verita' e i suoi diritti. Per questo l'ho amata e per questo ho voluto Giovanna Mezzogiorno, un'attrice che ha in se' quel carattere, quella determinazione che si sposano benissimo col personaggio. Anche la scelta di Timi e' stata meditata a lungo. Secondo me ha un'aderenza e una somiglianza impressionanti con Mussolini. Timi ha quella naturale autorevolezza nel suo essere attore che gli ha permesso di entrare perfettamente nella parte del duce. E' stato poi bravissimo a connotare l'aspetto della disperazione quando si e' calato nei panni di Benito Albino".
Come definisce "Vincere", che sara' presentato in concorso a Cannes e in contemporanea uscira' sugli schermi italiani?
"E' un film incalzante, scandito su trent'anni di storia. Ha la velocita' del Futurismo che raccoglie la storia di questa donna dai 21 ai 50 anni, in cui faccio un uso del manicomio non tradizionale, in cui non faccio un affresco di tipo veristico ma lo mostro come prigione dove una donna viene reclusa".
La storia raccontata presenta ancora molti lati oscuri. Ha sentito qualcuno della famiglia Mussolini?
"No, non ho sentito o visto alcuno dei discendenti del duce prima o durante le riprese del film".
Aprile 2009