La pace in Medio Oriente e' possibile se ci sara' "coraggio politico" e il ruolo dei media e' "fondamentale per sostenere la riconciliazione e la stabilita'" nella regione. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e' intervenuto al Media Forum organizzato dalla Farnesina e dall'Agenzia Italia a Roma sottolineando la necessita' di "diffondere le decisioni politiche e lavorare per il dialogo". Al meeting, nella sala Conferenze internazionali della Farnesina, hanno partecipato 19 giornalisti arrivati da diversi Paesi mediorientali. Nel corso del forum, sono state affrontate le prospettive politiche del 'Grande Medio Oriente' e in particolare il processo di pace israelo-palestinese, il ruolo dei Paesi 'vicini', la cooperazione economica e culturale. "Il ruolo dei media nei prossimi anni sara' fondamentale per delineare il dibattito politico tra i Paesi e all'interno dei Paesi della regione", ha sottolineato Frattini. Il ministro ha ricordato che "c'e' una grande volonta' da parte di tutti i leader del Medio Oriente di arrivare alla pace", cio' rappresentera' "una vittoria per tutti".
Frattini e' entrato nel merito dei colloqui israelo-palestinesi ribadendo che la costruzione di nuovi insediamenti nei Territori e' "un ostacolo per la pace" e che e' necessario "partire dai confini del 1967 per rilanciare i negoziati". Nel corso del Media Forum, a cui hanno partecipato il presidente e amministratore delegato dell'Agi, Daniela Viglione, e il direttore, Roberto Iadicicco, il titolare della Farnesina ha nuovamente sottolineato la necessita' che nasca uno Stato palestinese "attraverso un negoziato". Per Frattini, "non si puo' pero' andare avanti" nei colloqui coi palestinesi "dimenticando Gaza" (controllata da Hamas, ndr), "poiche' sarebbe una tragedia". Il titolare della Farnesina, tornato di recente da una missione in Israele, nei Territori e a Gaza, ha raccontato che durante il suo incontro con il capo negoziatore palestinese, Saeb Erekat, gli sono state mostrate le carte in cui "si parla gia' della compensazione" tra Israele e l'autorita' palestinese sulla delicatissima questione dei confini. Rispondendo alle domande di due giornalisti turchi, Frattini ha spiegato che Ankara ha la possibilita' di essere "un attore chiave per la stabilita'" del Medio Oriente.
Il titolare della Farnesina ha sottolineato di essere "ottimista" sul ruolo che puo' giocare la Turchia nella regione e sul suo avvicinamento all'Unione Europea. "La popolazione turca vuole un negoziato con l'Ue e la leadership di Ankara crede che sia molto meglio stare nel club piuttosto che stare fuori", ha spiegato Frattini, secondo il quale l'adesione all'Ue "non e' un regalo alla Turchia ma un interesse reciproco". Nel corso del forum, il palestinese Hafez al Barhouti, dell'al Hayaat al Jadida, ha espresso "preoccupazione" per la radicalizzazione religiosa in Iran e nei Paesi arabi mediorientali: "Se non si mette in campo un vero processo di pace, il futuro sara' per al Qaeda", ha affermato Barhouti. Nadim Ladki, del libanese Daily Star, ha invece puntato il dito contro Israele considerata la "maggiore minaccia alla stabilita'" del Medio Oriente. Secondo l'israeliano Alon Ben David, di Canale 10, "Iran e Turchia competono per la stessa posizione di predominanza" in Medio Oriente. Inoltre, parlando del processo di pace israelo-palestinese, per Ben David "servono maggiori sforzi da parte dell'amministrazione americana" perche' "c'erano stati piu' risultati durante l'era Bush rispetto ai due anni di amministrazione Obama".
15 dicembre 2010