(di Geminello Alvi) - Non puo' dirsi che la consueta banconota da mille rupie, gonfia di umidi umori, rosacea e con stampato sopra un Mahatma Ghandi smagrito, fosse la piu' adatta per le nuove ambizioni, e la crescita economica dell'India. Meglio certo i coni, soprattutto la moneta da dieci rupie, peraltro cosi' simile all'euro. E tuttavia mancava ancora il simbolo ufficiale della moneta indiana. Per identificare la rupia si usava fino a ieri infatti una Rs, sbarrata o meno: per l'appunto una varieta' di simboli. Nulla insomma di paragonabile alla potenza standardizzata del simbolo del dollaro o delle altre divise piu' commerciate.
Da giovedi' 15 tuttavia non e' piu' cosi'. Una riunione dei ministri piu' importanti ha scelto un simbolo, che d'ora in poi sui giornali e nelle sale cambio dovra' da solo rappresentare la rupia. Il nuovo marchio innova le figurazioni precedente, e pero' le radica con una certa efficacia nella tradizione. Alla R occidentale viene sostituita infatti la Ra dell'alfabeto Devanagari nel quale si scrive l'Hindi, ma modificata da un trattino in mezzo. Il risultato ha una sua notevole efficacia grafica, tale da dare prestigio e un'immagine di efficienza alla moneta indiana. Radica tuttavia anche la rupia nell'identita' di un alfabeto proprio. Evidente ancora una qualche somiglianza con l'euro, che pero' appare rovesciato e trasformato in una r maiuscola senza alcuna barra verticale. Ne deriva una conferma della intenzione dell'India e delle nazioni in crescita accelerata di imporsi con standard propri, soprattutto rispetto all'Occidente.
Il nuovo simbolo servira' certo a distinguere la rupia dell'Unione indiana da quelle di Nepal o Indonesia e da quella pakistana, ma corrisponde non di meno a una chiara intenzione di competizione globale. Altra circostanza abbastanza notevole, e sintomatica di una di una maggiore spregiudicatezza di questo nuovo Oriente, e' la giovinezza dell''inventore. Tale Udaya Kumar, giovane studioso di tipografia scrittura e antichi metodi di stampa, che viene nominato, il giorno dopo la scelta, professore nell'Istituto Indiano di Tecnologia. Ritratto nelle foto con viso quasi da ragazzo e sorriso compiaciuto, prevale lui, tra circa 3000 canditati e cinque finalisti, ottenendone un premio di 250 mila rupie, circa 5363 dollari. Una cifra minima rispetto a quella che avrebbe potuto ottenersi in Occidente per un simile concorso. E tuttavia quante possibilita' avrebbe avuto di prevalere nelle nostre societa' un cosi' giovane insegnante? Palese stanchezza delle nazioni occidentali...
luglio 2010