Un uomo completamente paralizzato e' riuscito ad opporsi ai medici che stavano per staccargli la spina muovendo gli occhi. E' accaduto nove mesi fa nel reparto neurologico dell'ospedale Addenbrooke di Cambridge e il drammatico momento e' stato catturato delle telecamere della Bbc che stavano realizzando un documentario. La notizia, pubblicata oggi con grande evidenza sui giornali inglesi, e' destinata a riaprire il dibattito sul fine vita, anche perche' la famiglia aveva autorizzato il distacco sulla base di una volonta' espressa in passato dall'uomo di non voler vivere solo grazie a un macchinario.
Richard Rudd, un autista di autobus di 43 anni, padre di due figli, era stato investito con la moto il 23 ottobre. In seguito a un'operazione era rimasto completamente paralizzato e le sue condizioni si erano poi aggravate per una polmonite e un blocco renale. Il padre aveva autorizzato i medici a staccare la spina, ricordandosi che dopo un analogo incidente a un amico aveva confidato alla fidanzata che non avrebbe mai voluto vivere attaccato a un macchinario.
Quando stava per iniziare l'operazione di distacco dei macchinari che lo tenevano in vita, i medici hanno notato che Richard per la prima volta aveva battuto gli occhi. Cosi' gli hanno chiesto se volesse vivere e lui per tre volte ha mosso gli occhi verso sinistra, per rispondere affermativamente. Era la prima volta in tre settimana che Rudd rispondeva a un qualsiasi stimolo esterno. "Si e' scoperto che era in uno stato di blocco in cui le persone hanno normali processi cognitivi nel cervello ma riescono a comunicare solo muovendo gli occhi o le palpebre", ha spiegato il professore David Menon che lo ha avuto in cura a Cambridge. Nel frattempo Rudd e' stato trasferito in un altro ospedale, a Worcester. Ora spera di poter andare in un ospedale di Stoke dove si insegna a comunicare usando lingua, occhi e muscoli facciali. "Sono felice che gli sia stata data la possibilita' di sopravvivere e dire la sua", ha commentato il padre, "dover decidere se un figlio debba vivere o morire e' quasi impossibile".
luglio 2010