Farmaci: medicine complementari bocciate, non funzionano
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Farmaci: medicine complementari bocciate, non funzionano

Farmaci: medicine complementari bocciate, non funzionano

Farmaci: medicine complementari bocciate, non funzionano
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(AGI) - Roma, 11 lug. - Le medicine complementari, comel'agopuntura e l'omeopatia, si dichiarano efficaci e credibilisulla base di un calcolo sbagliato: le prove clinicheeffettuate finora dalle medicine complementari non sarebbero,in sostanza, valide. Almeno questo e' quanto emerso da unostudio condotto da Maurizio Pandolfi, gia' professore ordinarioall'Universita' di Lund in Svezia, e da Giulia Carrerasdell'Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (ISPO)di Firenze, ed e' stato pubblicato sull'European Journal ofInternal Medicine. Attualmente l'efficacia delle cure medichee' valutata grazie a delle procedure standard che mettono aconfronto un gruppo di pazienti trattati con la terapia inesame con un gruppo di controllo. La differenza tra i duegruppi di pazienti viene poi analizzata con calcoli statisticiper stabilire se e' "significativa", cioe' se e' davverorilevante e concreta. Questa significativita' e' rappresentatadal valore "P": se P e' uguale o inferiore a 0,05, vuol direche tra i due gruppi c'e' una differenza rilevante ditrattamento, e quindi che una delle due terapie e' piu' validadell'altra. Secondo Pandolfi e Carreras, "il problema dellemedicine complementari non sta nel modo con cui esse sono messealla prova, dato che questi studi clinici sono spesso bencondotti, ma nell'elaborazione statistica dei loro risultati.Infatti, la statistica comunemente usata nella moderna clinicanon e' adatta a valutare ipotesi di efficacia come quelle dellemedicine complementari, che si discostano da principiscientifici riconosciuti: ad esempio, l'omeopatia infrange leleggi della chimica e l'agopuntura presuppone una improbabileenergia vitale". Queste ipotesi, aggiungono gli esperti, "sonotali da far perdere al valore-P il suo potere reale, assiemealla capacita' di provare le differenze tra i gruppi allostudio". In pratica, meno l'ipotesi di partenza e' credibile,piu' e' probabile che il calcolo risulti sbagliato egiustifichi una pratica medica che non ha validita'. Neconsegue, aggiungono Pandolfi e Carreras, "che lasignificativita' statistica fin qui riportata nella letteraturamedica a prova dell'efficacia delle medicine complementaririsulta indebitamente amplificata e quindi inattendibile: lemedicine complementari non possono definirsi basate sulleevidenze, come invece avviene per la medicina ufficiale".
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