Diabete: migliora in Italia l'assistenza agli anziani
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Diabete: migliora in Italia l'assistenza agli anziani

Diabete: migliora in Italia l'assistenza agli anziani

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(AGI) - Roma, 17 set. - Nonostante il diabete sia una malattiache colpisce prevalentemente gli over 65, nel nostro paese siregistra un miglioramento nelle condizioni e nell'accesso alleterapie per questa particolare categoria di pazienti. Sono irisultati di una ricerca presentata al 50esimo congresso dellaEuropean Association for the Study of Diabetes (Easd) in corsoa Vienna, condotta nell'ambito del progetto Annali Amddell'Associazione Medici Diabetologi (Amd). "La nostra indaginesi e' concentrata sulla particolare categoria degliultrasettancinquenni, oltre 145.000 persone i cui dati sonoregistrati nel database Annali Amd, perche' queste persone condiabete hanno un maggior tasso di mortalita', maggioridisabilita' e malattie associate, quindi richiedono particolaricompetenze ed un approccio personalizzato alla cura", raccontaRiccardo Candido, diabetologo al distretto 3 di Trieste ecomponente dei gruppi Amd dedicati alla terapia personalizzatae all'anziano. Candido spiega inoltre che dal rapporto emergecon chiarezza come l'attenzione e la cura prestata agli anzianicon diabete e' migliorata di molto nel corso degli ultimi anni."Cio' e' dimostrato, in primo luogo, dal miglioramento delloscore Q, l'indice ideato da Amd in collaborazione con laFondazione Mario Negri Sud, e validato internazionalmente, chevaluta l'efficienza delle cure e dell'assistenza prestate, econseguentemente l'efficacia nel prevenire le complicanzetipiche del diabete, dall'infarto, all'ictus, ai disturbi dellavascolarizzazione, alla mortalita'. Tra il 2004 e il 2011 e' quasi raddoppiata, dal 19,2% al35,7%, la percentuale di over 75 con score Q superiore a 25. Siconsideri che questa e' la soglia che identifica la qualita'delle cure attese; un valore superiore a 25 indica unasituazione migliore dello standard; tra 25 e 15 aumenta del 20%il rischio di complicanze, mentre sotto 15, il rischio cresceall'80%" aggiunge Candido. Il risultato e' frutto di numerosevariabili: "e' cresciuta l'attenzione alla valutazione non solodel grado di controllo della glicemia, ma anche della pressionearteriosa, dei livelli di colesterolo e trigliceridi, dellamicroalbuminuria, indice di danno ai reni. Di pari passo sonomigliorati i risultati clinici: si e' assistito a una maggiorpersonalizzazione dell'obiettivo glicemico e a una marcatariduzione (-21,5%) del numero di anziani con controllo dellaglicemia scadente; e' cresciuta del 29,8% la quota di anzianicon valori di pressione arteriosa inferiori a 150/90 mmHg e bendell'80,3% quella delle persone con colesterolo LDL inferiore a100 mg/dl", dice ancora Candido. E' infine miglioratal'appropriatezza terapeutica: e' in costante riduzione,infatti, la quota di anziani con diabete in cura consulfaniluree, farmaci ad elevato rischio di ipoglicemia. "Vanotato, tuttavia come l'utilizzo di questa classe di farmacisia ancora elevato e non del tutto appropriato e al contrariosia bassa la percentuale di pazienti curati con le incretine,in particolare gli inibitori del DPP4 meglio indicati per lagestione dell'anziano con diabete", conclude Candido. (AGI).
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