Da Pele' a Neymar, quando il Mondiale perde la sua stella
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Da Pele' a Neymar, quando il Mondiale perde la sua stella

Da Pele' a Neymar, quando il Mondiale perde la sua stella

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(AGI) - Rio de Janeiro, 5 lug. - Vedere il traguardo tantoagognato a pochi passi e non poterlo raggiungere. Nelle lacrimedi Neymar c'e' tutta la disperazione di un ragazzo di 22 anni acui un intero Paese si affidava per sollevare la sesta Coppadel Mondo della propria storia. Un sogno infranto a pochiminuti dalla fine della partita con la Colombia, quandol'attaccante verdeoro crolla a terra dopo un'entrataccia diZuniga: frattura della terza vertebra lombare, 4-6 settimane distop e Mondiale finito. A Neymar non rimane che tifare per ipropri compagni mentre il Brasile si chiede se qualcunoriuscira' a non farne rimpiangere l'assenza. Del resto laSelecao, nella sua storia, non e' nuova a situazioni delgenere. Nel 1938 la stella verdeoro era Leonidas ma nei quarti difinale contro la Cecoslovacchia si fece male: niente sfidasuccessiva con l'Italia e Selecao eliminata. Meglio alloraaffidarsi a un altro precedente, quello del 1962. A guidare ilBrasile c'e' un giovane Pele', gia' campione quattro anniprima.Ma O'Rei si fa male nella gara d'esordio contro ilMessico, dove comunque va a bersaglio, gioca poi con laCecoslovacchia ma l'infortunio si aggrava e il suo Mondialefinisce li'. Tutto perduto? No, perche' il Brasile tira fuoridal mazzo la carta Amarildo che con tre gol contribuisce alsecondo titolo verdeoro.Non e' paragonabile a Neymar o Pele' manel '94 Ricardo Rocha era un baluardo della difesa brasiliana.Un problema muscolare sofferto nella prima partita contro laRussia mise fine al suo Mondiale ma i suoi compagni arrivaronougualmente fino in fondo, sollevando la Coppa a scapitodell'Italia. Un po' come accaduto anche ad Alessandro Nesta nel2006: costretto a uscire durante Italia-Repubblica Ceca, vivra'il resto del torneo da spettatore ma partecipera' alla festaazzurra di Berlino. E forse a Neymar andrebbe bene anche unoscenario del genere. Meglio che farsi male, rientrare a tempodi record e poi fermarsi sul piu' bello: chiedere a FrancoBaresi, in finale a Usa '94 dopo l'operazione al menisco, o aFerenc Puskas, ko nella gara vinta per 8-3 sulla Germania nel1954, costretto a fermarsi due settimane e poi rientrato intempo per assistere suo malgrado al Miracolo di Berna, colsuccesso tedesco per 3-2 sulla sua Ungheria. (AGI).
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