Secondo l'opinione dei cittadini quella della corruzione nel nostro Paese e' una pratica radicata all'interno del sistema. Infatti, nel 92,5% dei casi il giudizio sull'esistenza del fenomeno della corruzione e' largamente condiviso: si tratta di un fenomeno abbastanza e molto diffuso rispettivamente per il 49,1% e il 43,4% dei cittadini. Queste le indicazioni che emergono da un'indagine, realizzata dall'Eurispes tra la fine di dicembre del 2009 e la meta' di gennaio del 2010 e non ancora pubblicata, un campione di 1.191 persone rappresentativo della popolazione italiana dai 18 anni in su. L'analisi dell'area politica di appartenenza fa emergere come la corruzione sia una realta' riconosciuta in maniera trasversale, anche se la presenza del fenomeno viene segnalata in misura maggiore da quanti si dichiarano di sinistra (96,3) e di centro-destra (91,5%). Con un lieve scarto, seguono coloro i quali si riconoscono nell'area di centro-sinistra (91%), di centro (89,6%) e di destra (89,4%). Infine il 95,4% di quanti non si sento rappresentati da nessuna area politica indicando complessivamente nel 95,4% dei casi l'esistenza del fenomeno in Italia. Anche considerando l'area geografica di residenza, si evidenzia una sostanziale omogeneita' delle opinioni espresse, sebbene nel Sud la percentuale (89,3%) di quanti ritengono che la corruzione sia "molto" (37,2%) e "abbastanza" (52,1%) diffusa risulta piu' bassa rispetto alle altre aree. I dati diffusi ieri dalla Corte dei Conti sull'andamento dei fenomeni di corruzione rispecchiano dunque il sentire, e probabilmente anche il vissuto, dei cittadini. Se non bastasse, stando alle rilevazioni effettuate dall'autorevole Ong Transparency International, nel 2009 l'Italia e' risultata al 63° posto nella classifica sullo stato della corruzione nei paesi del mondo. L'anno precedente, nel 2008, l'Italia era stata collocata al 55° posto mentre nel 2007 risultava al 41° posto. Un dato ed una tendenza analoga si leggono nel Rapporto della Banca Mondiale, "Worldwide Governance Indicators 1996-2007", con riferimento, tra i vari indicatori, a quello relativi al controllo della corruzione (Control of Corruption). Siamo quindi di fronte a due dati molto significativi: un livello di corruzione assai elevato ed una tendenza al peggioramento. Le classifiche di Transparency International sono stilate in base ad un indice - l'Indice della Corruzione Percepita, CPI - che, raccogliendo le opinioni di una serie di operatori primari, pubblici e privati, in tutto il mondo, determina la percezione della corruzione nel settore pubblico e nella politica, assegnando a ciascun paese un voto che varia da 0 (massima corruzione) a 10 (assenza di corruzione).
Nel febbraio 2009, il Servizio Anticorruzione e Trasparenza-SAeT, un nuovo Servizio speciale che l'anno precedente ha sostituito l'Alto Commissario Anticorruzione, invia al parlamento Il Primo Rapporto organico sulla corruzione in Italia. Il documento viene presentato come un "manifesto in itinere" della lotta alla corruzione e cio' in un senso ben preciso: la lotta alla corruzione e lo sviluppo della trasparenza nella Pubblica amministrazione richiedono un coinvolgimento pieno della classe politica e della opinione pubblica, senza le quali ogni iniziativa sara' destinata a fallire. I dati raccolti per il periodo 2004-2008 manifestano "una stabilita' di fondo" del fenomeno corruttivo: in media, sono circa 3.800 reati l'anno ("praticamente nulla" rispetto alla vera entita' della corruzione in Italia). Tuttavia, nel 2006 si registra un incremento di reati di circa il 55% dovuto all'aumento delle denunce attinenti la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e per danno all'integrita' del patrimonio della Pubblica amministrazione. Di conseguenza e' naturale che nel corso del 2006 il numero delle persone denunciate (19.976) sia stato di gran lunga superiore a quello registrato negli altri anni. La truffa e l'indebita percezione, penalmente sanzionate rispettivamente dagli artt. 640 bis e 316 ter C.p., rappresentano la quota percentuale piu' rilevante sul totale dei reati contro la Pubblica amministrazione: il 37,8% nel 2004, il 42% nel 2005, il 65,2% nel 2006, il 34,8% nel 2007, il 32,3% nel 2008 e il 31,7% nel I° semestre del 2009. Nel periodo 2004-2008, la verifica della distribuzione territoriale del fenomeno (numero di denunce collegate alla corruzione) conferma il non lodevole primato delle regioni meridionali: Sicilia (2.136), Campania (1.811), Puglia (1.566), Calabria (1.440). L'unica regione del Nord che si inserisce nel gruppo di testa e' la Lombardia (1.472). Su un altro fronte, quello del coinvolgimento dei cittadini nella lotta alla corruzione, il SAeT ha provato a potenziare il servizio, gia' organizzato in precedenza dall'Alto Commissario Anticorruzione, per stimolare la partecipazione attiva ma i risultati sono stati decisamente deludenti. In quattro anni, dal 2005 al 2008, le segnalazioni di reati da parte dei cittadini sono state assai modeste, solo 449. Nel 2008, nei primi tre mesi di competenza, solo 15 telefonate sono arrivate al SAeT, per lo piu' con richiesta di informazioni.
Febbraio 2010