(AGI) - CdV - Se la firma sul decerto relativo a Papa Wojtyla era molto attesa, non si prevedeva invece che lo stesso giorno, il 19 dicembre 2009 il Papa firmasse anche il decreto di Pio XII. L'anno prima, dopo la votazione dei cardinali e vescovi sull'eroicita' delle virtu' di Papa Pacelli, Ratzinger aveva chiesto infatti un ulteriore approfondimento storico. Altri storici e teologi (tra i quali il domenicano Ambrosius Eszer) hanno verificato ulteriormente tutti gli atti del processo canonico e le carte dell'Archivio Segreto Vaticano relativo al Pontificato, dal quale e' emerso, tra l'altro, il ringraziamento che le comunita' ebraiche di paesi come Germania, Austria, Boemia tributavano alla santa Sede per l'aiuto dato di fronte alla persecuzione nazista. Nel caso di Papa Pacelli non e' stato precisato pero' dalla postulazione a che punto siano le procedure relative a questa fase. L'anno prima Papa Ratzinger aveva risposto con grande fermezza alle obiezioni del mondo ebraico che a Pacelli rimprovera di non aver denunciato apertamente la Shoa': "Pio XII - erano state le parole del Pontefice - agi' spesso in modo segreto e silenzioso proprio perche', alla luce delle concrete situazioni di quel complesso momento storico, egli intuiva che solo in questo modo si poteva evitare il peggio e salvare il piu' gran numero possibile di ebrei". Secondo il Pontefice tedesco, inoltre, Papa Pacelli aveva "colto fin dal suo sorgere il pericolo costituito dalla mostruosa ideologia nazionalsocialista con la sua perniciosa radice antisemita e anticattolica". E tutto questo con un eroismo che, si era spinto ad affermare Ratzinger, "meriterebbe il riconoscimento ufficiale della Chiesa". Benedetto XVI ha firmato nella stessa udienza anche i decreti relativi all'eroicita' delle virtu' di padre Popieluzsko che nel 1984 a Varsavia venne sequestrato, bastonato, legato e gettato nella Vistola da uomini del ministero dell'Interno polacco, Chiara Badano, una ragazza piemontese impegnata nel movimento dei Focolari, e di suor Enrica Alfieri, delle suore della Carita' di santa Giovanna Antida Thouret, definita "la mamma e l'angelo di San Vittore": nel carcere milanese, la religiosa vercellese opero' instancabilmente anche a rischio della propria vita. In particolare, si ricorda il suo coraggio durante la Seconda Guerra Mondiale, quando la direzione del carcere di San Vittore fu presa dai tedeschi che vi imprigionarono ebrei e dissidenti politici. I nazisti volevano fucilare suor Enrichetta che fu salvata solo grazie all'intervento del cardinale arcivescovo di Milano Ildefonso Schuster. "Quando la Chiesa venera un santo - ha spiegato Benedetto XVI in un discorso rivolto alla Congregazione delle Cause dei santi dopo le firme - annunzia l'efficacia del Vangelo e scopre con gioia che la presenza di Cristo nel mondo, creduta e adorata nella fede, e' capace di trasfigurare la vita dell'uomo e produrre frutti di salvezza per tutta l'umanita'. Inoltre, ogni beatificazione e canonizzazione e', per i cristiani, un forte incoraggiamento a vivere con intensita' ed entusiasmo la sequela di Cristo, camminando verso la pienezza dell'esistenza cristiana e la perfezione della carita'". Nel suo intervento, Papa Ratzinger ha sottolineato la "grande coerenza" con la quale la Santa Sede vigila sull'iter delle canonizzazioni.