Bisognera' decidersi, vogliamo difendere il suolo, l'agricoltura, il made in Italy o smantelliamo i consorzi che da decenni ormai operano a tutela del territorio e dell'ambiente? E' quanto si chiede Massimo Gargano, Presidente di Anbi, l'associazione nazionale delle bonifiche e irrigazioni, a pochi giorni della prossima assemblea generale. "In Italia c'e' la Protezione Civile e la prevenzione civile. La prima si vede ed e' riconoscibile: vedi l'ultimo terremoto in Abruzzo o la tragedia di Viareggio. La seconda - sottolinea Gargano - e' quasi un asset intangibile. C'e' ma spesso si fa finta di non vederla".
- Presidente perche' la bonifica resta un "contributo invisibile". Che significa?
- "L'Italia e' uno dei Paesi europei maggiormente caratterizzato da fenomeni di dissesto territoriale: ne sono interessati circa 23 milioni di residenti. Nell'immediato futuro, tale situazione rischia di aggravarsi a causa dei cambiamenti climatici: Calabria e Campania sono le regioni maggiormente a rischio, unitamente alla Liguria ed alle Langhe piemontesi. Se non e' possibile prevedere il prossimo terremoto, afferma Gargano - e' invece prevedibile la prossima alluvione; i segnali del dissesto territoriale sono evidenti e conclamati".
- Un quadro apocalittico?
- No, un quadro molto realistico. I fenomeni alluvionali si ripetono piu' frequentemente ma prevale un atteggiamento fatalista teso a sperare che nulla accada e che invece riduce in modo significativo la sicurezza dei cittadini. Inoltre c'e' chi vuole lo "smantellamento" dei consorzi di bonifica ignorando chi opera per la difesa del suolo, la sicurezza idraulica, dei cittadini e del territorio".
- Un esempio?
- E' di qualche giorno fa la notizia del cemento facile proprio in pianura Padana dove ogni giorno 200mila mq vengono sottratti all'agricoltura per essere letteralmente mangiati dal cemento. L'equazione e' molto semplice: piu' pioggia tropicale, piu' cemento uguale meno assorbimento e quindi alluvioni, frane allagamenti. Non sono i fiumi che, esondando, invadono il territorio; siamo noi che, urbanizzando talvolta perfino le golene e le aree di espansione naturale delle acque, li costringiamo entro limiti innaturali. Straripando si riprendono quanto la natura ha assegnato loro".
- Negli ultimi vent'anni i disastri idrogeologici hanno causato danni per oltre 30mila miliardi di euro. Si puo' fare qualcosa?
- Non si puo' convivere sempre con la cultura dell'emergenza. La programmazione serve a spendere meno e meglio e a spostare sulla prevenzione civile quello che oggi la protezione civile e' costretta a spendere 100 volte tanto perche' la cultura della prevenzione e' ancora troppo poco sviluppata".
- In che modo i Consorzi di bonifica aiutano il made in Italy?
- Lo si vede ogni giorno sulle tavole degli italiani e dei consumatori di mezzo mondo. La competitivita' dell'agricoltura italiana e' indissolubilmente legata alla disponibilita' d'acqua; l'irrigazione garantisce un marcato incremento produttivo, salvaguarda la qualita', rende stabile il raccolto fra le diverse annate, permette una maturazione contemporanea abbattendo i costi di raccolta; gia' oggi oltre l'80% della Produzione Lorda Vendibile del "made in Italy" deriva dalla disponibilita' irrigua. In base alle nostre stime abbiamo calcolato che se c'e' irrigazione l'incremento di valore produttivo agricolo, varia dai 500 euro per ettaro in caso di colture erbacee a pieno campo fino ai 3.000 euro ed anche piu' per ettaro nel caso di kiwi ed orticoli.
- Ma di quanta acqua avremmo bisogno?
- Il vero problema e' quella che buttiamo a mare ogni anno. Circa 8 miliardi di metri cubi, pari a 8.000 miliardi di litri, una sorta di "assicurazione" per garantire, anche nei momenti di siccita', un potenziale incremento di valore agricolo ai 3.363.273 ettari irrigati nel nostro Paese, annualmente compreso da € 1.681.636.500,00 ad oltre 10 miliardi di euro. A fronte di tale opportunita', che sottolineo e' economica ma per cogliere la quale servono adeguate infrastrutture irrigue, dobbiamo invece prendere atto che, allo stato attuale, gli stanziamenti per opere irrigue registrano, complessivamente, una riduzione pari a circa 156,5 milioni di euro con riferimento agli anni 2009-2010-2011.
- Altri tagli?
- Il Programma Irriguo Nazionale registra una riduzione nei finanziamenti superiore a 124 milioni di euro. Vale la pena ricordare che le Leggi Finanziarie 2007 e 2008 contemplavano finanziamenti per la realizzazione di progetti pari a circa 2 miliardi di euro, seppur il fabbisogno complessivo, determinato con delibera C.I.P.E., ammontasse a circa 7 miliardi di euro. La Legge Finanziaria 2009 non solo non ha disposto ulteriori finanziamenti, ma prevede consistenti riduzioni negli stanziamenti pregressi.
- E il tanto acclamato made in Italy?
- Senza gli stanziamenti adeguati per il Programma Irriguo Nazionale crescera' la dipendenza dell'agricoltura dal clima. La stagione irrigua 2009 si presenta adeguata grazie a mesi particolarmente piovosi ma l'anno prossimo?"
- Siete corsi ai ripari?
- Certo. Abbiamo un progetto che presenteremo in questi giorni si chiama "IRRIFRAME" per l'ottimizzazione d'uso della risorsa acqua in irrigazione; molteplici i vantaggi: per la qualita' e la quantita' delle produzioni agricole; per l'ambiente; per le "tasche" dei consumatori, perche' diminuiranno i costi produttivi agricoli con possibili positive ripercussioni sui costi delle derrate alimentari. Se la questione "fame/sete-agricoltura/ambiente-acqua" e' al centro del dibattito fra i Grandi del pianeta, e' importante che in Italia si studino ed applichino innovative tecnologie a basso consumo idrico. Ma la bonifica vuol dire anche uso plurimo della risorsa idrica: in provincia di Lodi il Consorzio di bonifica Muzza Bassa Lodigiana utilizza 8 volte la stessa acqua per usi idroelettrico, agricolo, industriale e ittico prima di rilasciarla verso il mare. inoltre produzione di energia fotovoltaica attraverso la posa di pannelli solari galleggianti: e' una sperimentazione, a livello mondiale, in atto a Solarolo in Emilia Romagna. I suoi sviluppi potrebbero avere risultati eccezionali per la produzione energetica rinnovabile del nostro Paese".
- Sappiamo che esiste una "via delle bonifiche": itinerari alla scoperta della storia ambientale nostro territorio, utilizzando impianti idraulici trasformati in ostelli o strutture ricettive. E' cosi'?
- Un tal circuito turistico e' gia' operativo in Veneto, nel Polesine I 133 chilometri del Canale Emiliano Romagnolo, che trasporta l'acqua del fiume Po fino alla provincia di Rimini. Una risorsa, oggi a prevalente utilizzo irriguo, che servira' anche per gli usi potabile e industriale. Sono alcuni esempi di multifunzionalita' della Bonifica ma l'elenco e' sicuramente molto piu' lungo.
- C'e' pero' comunque un orientamento ostile verso certi consorzi di bonifica. Qualcosa non funziona?
- Se esistono realta' consortili inefficienti, vanno soppresse anche in considerazione del fatto che si tratta di strutture sottratte da decenni all'autogoverno e consegnate a gestioni non elettive: cioe' a dei commissari. Il sistema della Bonifica, e' stato appena riformato con l' accordo in Conferenza Stato-Regioni del 18 settembre 2008, sottoscritto dal Ministro Luca Zaia. Dobbiamo contribuire a dissipare nubi e chiarire malintesi. Il 60% dei comuni italiani e' a rischio idrogeologico molto elevato, il 7,1% del territorio nazionale e' classificato a potenziale rischio idrogeologico piu' alto e 7.791 chilometri quadrati sono Classificati aree alluvionabili. Serve un gioco di squadra per salvaguardare un patrimonio che e' di tutti. Questo e' il momento delle responsabilita' e del dialogo e non certo di scelte affrettate i cui effetti sarebbero devastanti per il territorio e l'occupazione. Il tavolo della discussione e' aperto".
Luglio 2009