"La sinistra non e' stata capace di stare dalla parte degli operai e quindi gli operai si vendicano". La vicenda Fiat lo dimostra. Ne e' convinto Fausto Bertinotti, un tempo protagonista della scena politica e oggi semplice osservatore, ma non distaccato. L'ex segretario di Rifondazione comunista non vuole essere coinvolto negli scontri politici, preferisce non replicare a chi come il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, parla di 'comunisti in cachemire'. Ora puo' permettersi di parlare solo degli argomenti che lo interessano come Fiat e il lavoro. E a questo scopo ha lanciato, insieme a un altro ex sindacalista, Sergio Cofferati, l'associazione 'Lavoro e Liberta' a sostegno delle tute blu della Cgil e dei diritti.
Al referendum di Mirafiori ha vinto il si' ma la percentuale dei voti favorevoli, il 54%, non e' stata schiacciante come a Pomigliano e soprattutto e' stata inferiore alle attese. Che significato ha questo voto?
Chiunque abbia nozione di cosa significa per un lavoratore votare sotto il ricatto di perdere il proprio posto di lavoro con conseguenze pesantissime sulla propria vita e quella della propria famiglia, ha considerato gia' straordinario il risultato di Pomigliano. Mirafiori quindi e' un risultato assolutamente eccezionale che contraddice tutte le previsioni della vigilia portando i no a un livello altissimo, il 46%, assolutamente inimmaginabile e sfiorando la vittoria tra gli operai. Sia chiaro, non penso che gli impiegati contino meno semplicemente sono meno esposti al rischio perche' le misure di oppressione della condizione di lavoro riguardano piu' gli operai.
Ma qual'e il messaggio che l'esito di questa votazione invia alla Fiat?
Se Fiat e' interessata alla governabilita' dell'impresa, deve riaprire il tavolo della trattativa e disporsi a fare un accordo perche' quello fatto non e' un accordo, non lo e' tecnicamente perche' un'intesa pretende contropartite che qui non ci sono. Ora e' a rischio la governabilita' dello stabilimento perche' non si governa un'impresa avendo contro il 50% dei lavoratori.
Adesso pero' la Fiom restera' fuori dalla rappresentanza sindacale a Mirafiori? E' un duro prezzo da pagare non crede?
Chi pensa cosi' farebbe bene a guardare cosa sta accadendo in questi giorni in Tunisia: qualche tempo fa nessuno avrebbe immaginato che Ben Ali sarebbe stato rovesciato da una sommossa. Fare i conti senza l'oste e' una cattiva politica, se uno pensa perche' ha il coltello dalla parte del manico in quel momento di affondare il colpo non e' un dirigente responsabile, e' un avventurista perche' e' una linea stupida pensare che se elimini il sindacato che mi rappresenta hai eliminato anche me.
Chi pensa che si possa governare una fabbrica contro la meta' dei lavoratori non ha mai letto una pagina del conflitto sociale nella storia europea, non ha mai letto che c'e' anche la resistenza passiva e le forme di boicottaggio dei lavoratori che sono scoppiati - e' la storia - perche' se tu mi impedisci di fare lo sciopero e mi impedisci di avere il sindacato che voglio trovero' altre forme per far valere le mie ragioni.
La vicenda Fiat oltre a rompere il fronte sindacale ha rivelato una spaccatura interna alla sinistra e in particolare al Pd.
E' un'altra riflessione che andrebbe fatta: chi rappresenta i lavoratori che hanno votato no in politica? Tutti coloro che manifestano sorpresa sul fatto che una parte consistente degli operai vota Lega, dovrebbero chiedersi come mai un voto come questo non ha un corrispettivo sul piano politico. Se circa il 46% degli operai ha votato no dove e' questo 46% nella politica?
Perche' allora gli operai votano Lega?
Perche' la sinistra e' cosi' come si e' manifestata nella vicenda Fiat, non e' stata capace di stare dalla parte degli operai e quindi gli operai si vendicano. Ma bisognerebbe anche chiedersi come mai un elettore della Lega si iscrive alla Fiom.
Se questo accade vuol dire che la Fiom ha una fonte di attrazione assai grande.
Mi sa dire perche' nonostante il centro destra attraversi una crisi il Pd non riesce a risalire la china?
Piu' che sfruttare la crisi del Pdl, bisognerebbe parlare dell'incapacita' di questa sinistra, cosi' com'e' organizzata, di costruire un'alternativa non solo a Berlusconi ma anche a Marchionne, a questa idea della produzione della societa'.
La questione della Fiat ha rivelato il punto debole della sinistra che non e' tanto la sua inadeguatezza nei confronti del berlusconismo quanto la sua inadeguatezza nei confronti dei grandi processi che cambiano la realta' economica-sociale del Paese, di non avere un punto di vista autonomo su impresa ed economia. Questo e' il problema che e' stato scoperchiato dal voto di Mirafiori. La maggioranza dei lavoratori, in una situazione drammatica, sottoposti al ricatto, stanno piu' avanti della parte maggioritaria della sinistra e del sindacato italiano.
Il futuro della sinistra e' rappresentato da Nichi Vendola? Ha le carte in regola per essere lo sfidante di Berlusconi?
Vendola e' un leader che sta guadagnando consenso e certamente un uomo che puo' contribuire alla rinascita della sinistra. Quando Lula comincio' l'avventura della costruzione del partito dei lavoratori pochi credevano alla sua possibilita' di diventare il presidente di una delle piu' grandi potenze del mondo, quale il Brasile. Ha perso per dodici anni, credo, le elezioni e poi le ha vinte. Basta non farsi bruciare dall'attesa rapida dei tempi e pensare che il progetto e' quello della ricostruzione di una grande nuova sinistra in Italia.
Lei ne sara' protagonista?
No, io ho scelto di non militare nella politica attiva. Do' una mano parlando, facendo conferenze. Ieri per la prima volta mi e' perfino capitato di parlare in una chiesa.
C'e' chi dice che con la nuova associazione 'Lavoro e Liberta' lei e Cofferati piu' che tornare a fare sindacato vogliate tornare sulla scena politica?
Le cose che dico faccio. Ho detto prima della conclusione della campagna elettorale che quella sarebbe stata l'ultima esperienza di direzione politica e come si vede sto tenendo fede, e non per tigna, perche' penso che non ci sono uomini per tutte le stagioni, non ho piu' l'eta' per dirigere.
Berlusconi vi ha definiti 'comunisti in cachemire'.
Non ho voglia di queste miserie. Posso permettermi di non parlarne piu'. In altri tempi ero obbligato a rispondere
adesso no, c'e' un altro livello di civilta'.
Gennaio 2011