Asma allergico grave: solo a Roma ne soffrono oltre 2. 500 bimbi
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Asma allergico grave: solo a Roma ne soffrono oltre 2. 500 bimbi

Asma allergico grave: solo a Roma ne soffrono oltre 2. 500 bimbi

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(AGI) - Roma, 18 nov. - A soffrire di asma allergico grave(Aag) sono circa il 5% dei bambini asmatici, solo a Roma sonopiu' di 2.500, nell'intero Lazio oltre 3.500. L'Aag e' unapatologia che non deve essere sottovalutata e puo' avereconseguenze a volte letali, come purtroppo i recenti decessiavvenuti in Italia hanno dimostrato. Il controllo dellamalattia attraverso strategie terapeutiche adeguate e lacorretta gestione del paziente pediatrico sono i temi al centrodell'incontro "Asma allergico grave in pediatria - strategie aconfronto" che si tiene a Roma per i pediatri ospedalieri. Si e' in presenza di asma allergico grave quando,nonostante una adeguata terapia a base di cortisonici inalatoriad alto dosaggio associata ai broncodilatatori, i pazientimanifestino un difficile controllo della malattia con respirosibilante, disturbi notturni, tosse, fiato corto e broncocostrizione. "L'asma puo' diventare molto grave se non si cura e quandosono i bambini a essere colpiti da Aag, il livello diattenzione deve essere maggiore e naturalmente la famigliagioca un ruolo chiave. Il monitoraggio costante del pazientepediatrico non puo' essere limitato al circolo familiareristretto, ma deve estendersi a tutto il contesto sociale incui il bambino vive; ogni variazione del respiro, infatti, deveessere segnalato", afferma Renato Cutrera, presidente dellaSocieta' Italiana di Malattie Respiratorie Infantili edirettore dell'Unita' Operativa di Broncopneumologiaall'ospedale pediatrico Bambino Gesu' di Roma. "Per i genitorie' importante mantenere sempre, nei confronti del bambino, unatteggiamento rassicurante; affidare a terze persone il piccolonel migliore stato di salute possibile, ossia con un buoncontrollo e trattamento della malattia; portare sempre con se'farmaci broncodilatatori per via inalatoria da far assumereimmediatamente al bimbo in caso di crisi asmatiche; istruire agestire la eventuale crisi ad insegnanti, allenatori, babysitter, genitori di amici, etc.; in caso di allergie, tenerelontano, per quanto possibile, il contatto con gli allergeniresponsabili come pollini, acari o particelle di pelo animale".Ogni qualvolta, nonostante la cura in essere, si manifestinonel bambino episodi acuti, o una sintomatologia, soprattuttonotturna, e' importante che i genitori lo segnalinoimmediatamente allo specialista. Questi campanelli d'allarmeindicano che la malattia non e' piu' sotto controllo in modoefficace e si rende necessario rivalutare il piano terapeutico. "Consideriamo imprescindibile che non venga maisottovalutata l'asma quale malattia cronica che necessita diessere sempre tenuta sotto vigile controllo da parte deglispecialisti, dei medici di medicina generale e dei pediatri -dice Monica De Simone, presidente Federasma e allergie Onlus -in eta' pediatrica, in particolare, assistiamo sgomenti negliultimi tempi a eventi sfortunatamente fatali, causati da crisid'asma acute in piccoli pazienti. E' fondamentale che igenitori siano messi nelle condizioni di conoscere i pericoligravi ai quali i bambini e gli adolescenti sono esposti se lamalattia non viene tenuta con cura sotto adeguato controllo. Ede' altrettanto indispensabile che essi siano messi nellecondizioni di accedere alle opzioni terapeutiche migliori - intutto il territorio italiano - per la specifica patologia deipropri figli". L'80% delle asme gravi sono su base allergica; quando unapersona predisposta inala una sostanza alla quale e' allergica,produce una reazione che scatena una "cascata infiammatoria",mediata da una classe di anticorpi chiamati Immunoglobuline E(IgE), a causa della quale si verifica il restringimento el'infiammazione delle vie aeree, che genera a sua volta isintomi caratteristici di un attacco d'asma. In questaspecifica condizione le terapie a base di steroidi inalatori ebroncodilatatori non sempre sono sufficienti a un buoncontrollo dell'asma. "Una maggiore comprensione del ruolodell'IgE ha portato alla definizione di un approccio specificoalla gestione dell'asma - prosegue Cutrera - Oggi e' possibileintervenire precocemente e interrompere la cascata allergicaconcentrandosi sulle IgE evitando l'innescarsi del processoinfiammatorio". Agendo precocemente nella cascata allergica e'possibile ridurre a monte i sintomi dell'asma anziche' tentaredi gestirli nel momento in cui avviene la risposta allergica. "L'Aag nel bambino va curata con particolare aggressivita'"afferma Marzia Duse, docente di pediatria Universita' LaSapienza e responsabile dell'Unita' di allergologia eimmunologia pediatrica. "Spegnere l'infiammazione bronchialesignifica ridurre i sintomi dell'asma del bambino e gli episodiacuti, due fattori che si sono dimostrati essere causa delrimodellamento delle vie aeree, ossia la perdita di quote dipolmoni funzionanti. Evitare il manifestarsi di questo fenomenoo impedirne la progressione, intervenendo con l'anti IgE,soprattutto nei pazienti pediatrici, e' una strategiaimportante perche' si puo' prevenire l'ispessimento dellepareti bronchiali, che con il passare del tempo puo' diventareirreversibile e sfociare in eta' adulta in patologierespiratorie croniche come la Bpco". (AGI).
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