ITALIA 150: CON MUTI ALLA CAMERA ECHI DI 'PROVA D'ORCHESTRA'
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ITALIA 150: CON MUTI ALLA CAMERA ECHI DI 'PROVA D'ORCHESTRA'

ITALIA 150: CON MUTI ALLA CAMERA ECHI DI 'PROVA D'ORCHESTRA'

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(AGI) - Roma, 21 mar. - Alla fine, per fortuna nostra e deibassorilievi del Sartorio, non c'e' stato alcun maglio dacantiere a rompere i muri. Per la verita', non e' neanchequella dell'Opera di Roma l'orchestra litigiosa e bisognosa diessere ricondotta all'ordine, ma la 'lectio' con la quale ilMaestro Muti chiude il concerto richiama alla memoria echidella 'Prova d'orchestra' di Federico Fellini. Tutt'altra epoca, oggi, rispetto al '79 che vide l'uscitadella pellicola, ma la suggestione del direttore d'orchestracome simbolo del governo e dell'orchestra come popolo diventatosolo la somma di interessi particolari (peraltro solo una dellepossibili letture di quel film) finisce per riaffiorare nelleparole di Muti, specie quando spiega all'emiciclo quantooccorra un'armonia, e qualcuno che ne proponga una traccia,affinche' ogni strumento si fonda con l'altro e ogni 'settore'non prevalga sull'altro ma vi si accordi. Metafora ancora piu' evocativa proprio perche' quello'speech' arriva nell'Aula della Camera, anche se rivestitodalla vena autoironica di uno dei piu' celebrati direttorid'orchestra che assicura di non voler invandere il campod'altri "dal momento - dice strappando nuovi applausi - che amalapena mi riesce di leggere una nota dietro all'altra". (AGI)Nic
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