BENIGNI, IL 17 MARZO FESTA DELL'ITALIA, LA MAMMA DI NOI TUTTI
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BENIGNI, IL 17 MARZO FESTA DELL'ITALIA, LA MAMMA DI NOI TUTTI

BENIGNI, IL 17 MARZO FESTA DELL'ITALIA, LA MAMMA DI NOI TUTTI

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(AGI) - Sanremo, 17 feb. - Ai bambini bisogna spiegare che seil 17 marzo non andranno a scuola e' perche' "e' la festa dellamamma, perche' l'Italia che e' la mamma di tutti gli italiani". Per oltre quarantacinque minuti Roberto Benigni ha dominatosul palcoscenico del Festival di Sanremo e pur senza deluderechi si aspettava qualche battuta di sapore politico, per lagran parte della sua performance ha tenuto fede alla promessa esi e' dedicato all'inno d'Italia. Arrivato all'Ariston acavallo e sventolando un tricolore, ha chiuso il suo interventotra gli applausi del pubblico in piedi, tra tutti i ministriIgnazio La Russa e Giorgia Meloni. Visibilmente commossi ancheGianni Morandi ed Elisabetta Canalis. Sul testo di Mameli, Benigni ha compiuto la stessaoperazione che ha reso celebre la sua lettura della 'DivinaCommedia': un'analisi trascinante parola per parola, perricordare a tutti "quanti ragazzi nel Risorgimento sono mortiper la patria perche' noi potessimo vivere per la patria". E per rifuggire alla retorica ha messo in guardia daglieccessi del patriottismo. "Il patriottismo e' quanto si piu'sano c'e' nel mondo, ma amare troppo la patria non fa mai bene.Quando si ama la bandiera si sente che non e' una cosaeffimera, che non si vive per il carpe diem, ma un attimoeterno". Non sono mancati i riferimenti all'attualita' politica:"l'inno sembra scritto dal Pd: 'dove'e' la vitoria?'" hascherzato, "dopo lo stile e la sobrieta' di Gianni Morandi, ilprossimo Festival lo facciamo presentare a Bersani". Piu' di una battuta sulla Lega e su Bossi per l'erratainterpretazione della strofa dell'inno: "Umberto, 'schiava diRoma' e' la vittoria, non l'Italia" ha detto, "questo Paese e'talmente libero che ci si puo' persino permettere di dire chenon si vuole festeggiare l'anniversario dell'Unita'". "L'Italia ha 150 anni, ma il Festival di Sanremo ne ha 160:lo facevano persone straordinarie come Cavour, Garibaldi eAndreotti che era piccolissimo" ha scherzato ancora, "persinoMorandi ha dedicato una canzone a Garibaldi: 'Uno su mille cela fa'". E neppure il conduttore del Festival e' sfuggito alleprese in giro del comico: "ti hanno messo a presentare per nonfarti cantare, chiamare te a presentare e' come invitare PippoBaudo a cantare. Tutto il mondo ci ride dietro perche' abbiamoancora Morandi a condurre il Festival, ma quest'anno e'l'ultimo: siamo un popolo responsabile". E qua e la' ha lasciato scivolare una doppio senso: "'Lemie prigioni', di Silvio Pellico, e' un libro memorabile. Primadi trovare un altro Silvio che ne scrive uno altro cosi',quanto ne deve passare!". E ancora: "Cavour, il secondo grandestatista della storia d'Italia, ebbe una carrierastraordinaria, poi lo beccarono con la nipote di Metternich". Ela vicenda Fiat: "la prima capitale d'Italia fu Torino, poi laspostarono a Detroit". Benigni in chiusura si e' fatto piu' serio e prima direcitare l'inno "come lo avrebbe intonato uno di quei ragazziche andavano a morire per fare la patria", ha ammonito: "unPaese che non proclama con forza i propri valori e' pronto perl'oppressione". (AGI)Uba.
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