Papa: in Turchia "minoranza cattolica non si deve arroccare"
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Papa: in Turchia "minoranza cattolica non si deve arroccare"

Papa: in Turchia "minoranza cattolica non si deve arroccare"

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(AGI) - Istanbul, 28 nov. - "Noi cristiani diventiamo autenticidiscepoli missionari, capaci di interpellare le coscienze, seabbandoniamo uno stile difensivo per lasciarci condurre dalloSpirito". Papa Francesco lo ha ricordato alla minoranzacristiana della Turchia, nella messa celebrata oggi pomeriggioa Istanbul, nella piccola cattedrale latina dello SpiritoSanto, gremita all'inverosimile dai fedeli di tutti i riti incomunione con Roma. Alla celebrazione ha voluto essere presenteanche Bartolomeo I, il patriarca ecumenico che ha attesoFrancesco sul portone piuttosto anonimo del cortile antistantealla chiesa, affacciato sull'arteria trafficatissima dove sitrovano i piu' importanti e luccicanti alberghi e centricommerciali della citta'. Una collocazione che rappresentaplasticamente la situazione dei cristiani, che non sono moltoassimilati ne' alla cultura laica della Turchia moderna, ne'alla cultura islamizzata che comunque sta avanzando anche qui.Ieri Francesco aveva chiesto alle autiorita' civili, in primisal presidente Erdogan, gli stessi diritti per tutti, aqualunque fede appartengano. E oggi, si e' rivolto ai suoi (53mila in tutta la Turchia, buona parte dei quali a Istanbul) persuggerire "una prospettiva di speranza, ma al tempo stessofaticosa", che e' quella di un'apertura al dialogo e allacollaborazione con gli altri rinunciando ad "adagiarsi nelleproprie posizioni statiche e immutate". In buona sostanzaun'esortazione a superare l'identitarismo che causa solo guai.Il problema, secondo Francesco riguarda i cristiani nel lororapporto con gli altri nella societa' turca, ma anche neirapporti tra loro, tra confessioni diverse (in Turchia ci sonogli ortodossi, i cattolici, ma anch egli armeni e iprotestanti) e all'interno del mondo cattolico (ci sono ilatini, i bizantini, i caldei i siraici): "lo Spirito Santopuo' suscitare - ha detto in proposito - la diversita', lamolteplicita' e, nello stesso tempo, operare l'unita' Quandosiamo noi a voler fare la diversita' e ci chiudiamo nei nostriparticolarismi ed esclusivismi, portiamo la divisione; e quandosiamo noi a voler fare l'unita' secondo i nostri disegni umani,finiamo per portare l'uniformita' e l'omologazione. Se invececi lasciamo guidare dallo Spirito, la ricchezza, la varieta',la diversita' non diventano mai conflitto, a misura in cui nonha la pretesa di regolarlo e di addomesticarlo". L'invito allaChiesa e' dunque "a lasciare da parte la tentazione di guardarea se stessa". "Le nostre difese - ha continuato - possonomanifestarsi con l'arroccamento eccessivo sulle nostre idee,sulle nostre forze oppure con un atteggiamento di ambizione edi vanita'". "Questi meccanismi difensivi - ha rilevato il Papa- ci impediscono di comprendere veramente gli altri e diaprirci ad un dialogo sincero con loro". "La Chiesa, scaturitadalla Pentecoste, riceve in consegna - ha ricordato - il fuocodello Spirito Santo, che non riempie tanto la mente di idee, maincendia il cuore; e' investita dal vento dello Spirito che nontrasmette un potere, ma abilita ad un servizio di amore, unlinguaggio che ciascuno e' in grado di comprendere". "Nelnostro cammino di fede e di vita fraterna, piu' ci lasceremoguidare con umilta' dallo Spirito del Signore, piu' supereremole incomprensioni, le divisioni e le controversie e saremosegno credibile di unita' e di pace", ha assicurato Bergoglio. .
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