(AGI) - Astana, 22 mag. - L'Italia deve giocare un ruoloimportante nella politica energetica dell'Ue verso ilMediterraneo e il Mar Caspio. E' infatti in queste aree chel'Europa deve ampliare i suoi orizzonti per mettere in attoquell'energy mix che potra' consentirle sicurezza di forniturenel futuro. Lo ha affermato il vice presidente del World EnergyCouncil per l'Italia, Marco Margheri, ospite in questi giornidell'Astana Economic Forum. "Per l'Italia lo sguardo alMediterraneo e' determinante - ha detto Margheri inun'intervista all'AGI -. Sono infatti proprio i paesi delMediterraneo la grande novita' degli ultimi cinque anni: Cipro,Israele, Libano, Egitto, Libia e Algeria. Con uno sguardo anchea Grecia e Croazia". Secondo Margheri, direttore Affari istituzionali di Edisonma che qui ad Astana rappresenta il Wec, tocca proprio alnostro Paese "mettere l'energia al centro di una soluzioneregionale. E' difficile pensare che ci sia un altro Paese perfarlo". Roma, ha ricordato il rappresentante di Wec Italia,aprira' le porte il 24 giugno all'assemblea annuale dell'Osservatorio mondiale dell'energia. E' li' che il nostro Paeseavra' un occasione per giocare il suo ruolo. "Il Mediterraneodeve essere una priorita' - ha detto Margheri. Come anche ilMar Caspio, Azerbaigian, Kazakistan, aree molto importanti perle nostre imprese che li' investono". All'Astanan EconomicForum si e' tenuta per la prima volta quest'anno la riunionedel World Energy Council. "Questo - ha spiegato ilvicepresidente di Wec - e' molto significativo. E' una regionenevralgica, sia nell'obiettivo delle economie europee sia deinostri partner asiatici.
Secondo il rappresentante del Wec l'Italia, come anche l'Europa, devono necessariamente andare in direzione di strategie energetiche "aperte al concetto di energy mix". Ma, soprattutto, "l'Italia deve costruire una capacita' di sguardo di medio termine che non sempre possiede".
Strategia, ha continuato Margheri, che deve basarsi su tre punti: primo, quello della sicurezza degli approvvigionamenti, che va costruita nel tempo con la buona relazione con i produttori. Secondo punto la sostenibilita' ambientale, terzo punto, importante, quello della competitivita' dell sistema energetico". "Gli Usa - ha proseguito Margheri - hanno saputo comporre una politica energetica basata sull'indipendenza, sulla sostenibilita' e hanno conseguito un livello di competitivita' della fornitura energetica che ha permesso di riportare nel Paese la grande industria manifatturiera. Anche l'Italia deve seguire queste tre dimensioni tutte insieme". Ma la strada non necessariamente deve passare per lo shale gas, "in Europa e in Italia e' troppo complicato" ha rilevato Margheri. "Forniture competitive per il Paese dovranno passare per la valorizzazione delle produzioni domestiche europee, che non possiamo permetterci di lasciare inutilizzate". Poi, ha aggiunto, l'Italia dovra' "consolidare le relazioni con i fornitori storici, a partire dalla Russia, fino all'Algeria e alla Libia, e costituire con loro relazioni di medio termine".
"Dobbiamo pero' costruire una rete credibile - ha detto Margheri - proprio perche' alcune aree geografiche sono caratterizzate da forte instabilita' politica ". Quindi ora bisogna diversificare ed estendere il portafoglio investitori.
"Ci sono nuove scoperte a Cipro e in Israele, inoltre la Grecia ha aperto le sue coste a nuove produzioni di idrocarburi. E' chiaro che l'Italia debba essere in prima fila per integrare i legami storici con questi nuovi protagonisti. Shale gas o non shale gas diventa allora una domanda di secondo piano".
Per quanto riguarda le preoccupazioni per la crisi in Ucraina, Margheri ha invitato i paesi europei, in particolare l'Italia, a mantenere buoni rapporti con la Russia e, magari, allo stesso tempo, a diventare per Kiev un partner affidabile.
"La Russia - ha detto - fornisce un terzo del gas di cui abbiamo bisogno in Ue ed e' stata e resta un partner che Ue non puo' e non deve ignorare. "Non possiamo smettere di comprare gas dalla Russia per importarlo dagli Usa. Non ci sono le infrastrutture per farlo e inoltre quando l'export Usa partira' i volumi saranno limitati". Quindi, ha concluso Margheri, "ci dobbiamo concentrare sulle politiche del gas, ma non dobbiamo ripetere quello che hanno fatto gli Usa bensi' dobbiamo trovare una nostra strada per un gas competitivo". (AGI)