(AGI) - Roma, 5 nov. - "Quando dirigevo nel 1971 la Mostra diVenezia non si poteva parlare di meritocrazia ma solo dipremi. Il clima era squallido, era un festival senza concorso.Allora inventai il premio del Leone d'oro alla carriera". Lo hadetto il presidente del Festival internazionale del film diRoma, Gian Luigi Rondi, nella conferenza stampa conclusivadella manifestazione, rispondendo ad una domandasull'opportunita' di mantenere la formula del concorso. Rondi ha ricordato quando Luchino Visconti volle andareassolutamente a Cannes, in concorso con il film 'Morte aVenezia': "Mi disse che amava i cavalli - ha detto ilpresidente - e non avrebbe mai seguito una corsa senza unvincitore". Rondi ha aggiunto che l'edizione di quest'anno "hapotuto spaziare. Qui abbiamo avuto il cinema a 360 gradi confilm in concorso e fuori concorso e, in piu', gli accenni alcinema di ieri. Il cinema che c'e' stato non lo rinneghiamo macontinuiamo ad amarlo". "Importante poi - ha concluso - e' ilcinema dei giovani. Il premio proposto dal ministro Meloni, perl'opera prima a favore degli artisti emergenti, e' fondamentaleper capire come sara' il cinema del futuro". (AGI)Mld/Chi