AGI) - Roma, 4 nov. - Piera Detassis, direttore artistico delFestival Internazionale del film di Roma, insieme al produttoreAngelo Barbagallo si sono scusati per il disguido di cui sisono lamentati in mattinata i giornalisti, invitati allaconferenza stampa del film 'Le cose che restano' di Tavarellisenza aver potuto assistere alla proiezione per la stampa."Abbiamo sbagliato a non prevedere una anticipata per igiornalisti - spiega la Detassis -. Ho fatto un ragionamentomirato ad avere in conferenza stampa il numero piu' altopossibile di attori, senza pensare ai giornalisti che sarebberoarrivati senza aver visto il film. Ho creduto erroneamente -aggiunge - che sarebbero state organizzate proiezioni prima delFestival e che la stampa avrebbe avuto modo, comunque di vedereil film in dvd". Angelo Barbagallo, che in conferenza haspiegato che non c'era alcuna strategia di non mostrare 'Lecose che cambiano' prima dell'incontro, dice: "mi scuso anch'ioper questo inconveniente e spero che i giornali parlino delfilm piuttosto che della polemica. Abbiamo chiesto dipresentare il film al Festival di Roma perche' ci tenevamotantissimo che fosse qui. Purtroppo - aggiunge - un prodottoche dura quasi 6 ore e' obiettivamente difficile da presentarein un Festival: non potevamo costringere la stampa ad assisteread una proiezione anticipata di tale durata". Su questo puntointerviene ancora Piera Detassis e spiega che "il sistema deiFestival e' da ripensare: il percorso che rende conto dellesezioni del concorso e del fuori concorso deve essere rivisto.Come e' accaduto nel caso di questo film di quasi 6 ore -aggiunge - i Festival tradizionali non sono in grado diaccogliere nel palinsesto formati per cosi' dire extra largeaccontentando pubblico e stampa". Il Festival di Roma, prosegueil direttore artistico, "ha fatto delle precise scelteeditoriali prevedendo la sezione del concorso perche' e' quellache ha maggiore capacita' di attrazione ed e' difficilerinunciarvi. Per il futuro - conclude - bisogna ripensare laformula del Festival e io ho in mente il Festival metropolitanosul modello di quello che si svolge a Toronto, dove e'possibile inserire anche una serie di deviazioni dal percorsocentrale o delle integrazioni tra le varie sezioni". (AGI)