(AGI) - Roma, 2 nov. - La regista danese Susanne Bier torna,con un breve comunicato stampa, su "un fraintendimento" legatoal film 'Heaven - In un mondo migliore', candidato daneseall'Oscar e presentato in concorso al Festival di Roma. Sitratta, dice la regista di un equivoco "gia' ampiamentechiarito in passato, ma purtroppo rilanciato erroneamente dallastampa italiana. La parte del film ambientata in un campo dirifugiati africano, infatti, non si svolge in Sudan - dice laBier - ne' fa alcun riferimento alla situazione del Darfur. Laquestione, priva di fondamento - chiarisce la Bier - e' saltatafuori durante il montaggio del film. Il governo sudanese haaccusato il film, senza averlo visto, di essere anti-islamico edi dipingere una situazione inesistente in Darfur, mentre ilfilm e' stato girato in Kenya e l'azione si svolge volutamentein un luogo non specificato dell'Africa. La storia poi non hanulla a che vedere con la religione: l'accusa era del tuttofuori luogo e, quando il film infine e' stato visto, erano tutti d'accordo che si trattasse di un equivoco". Susanne Biersi dice "sorpresa e amareggiata di come questa vecchiapolemica, di cui ovunque si era spenta l'eco, sia riuscitacomunque ad arrivare in Italia, riprendendo vita sulle testatenazionali malgrado l'ulteriore chiarimento offerto durante laconferenza stampa ufficiale organizzata dal Festival di Roma".(AGI)