Italia-Cina: convegno 'Going global', "finito tempo treni persi"
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Italia-Cina: convegno 'Going global', "finito tempo treni persi"

Italia-Cina: convegno 'Going global', "finito tempo treni persi"

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(AGI) - Roma, 29 ott. - "Cina e Italia sono importanti perl'export nel mercato internazionale, se ci mettiamo insieme erafforziamo la cooperazione, a guadagnarci siamo in due": ne e'convinto l'ambasciatore cinese a Roma, Li Ruiyu. Intervenendoalla conferenza "Going global: Cina e Italia insieme neimercati internazionali, un orizzonte flessibile e inmovimento", svoltosi nell'ambito della VI edizione del Festivaldella Diplomazia, l'ambasciatore Li ha osservato che l'Italiae' in fase di ripresa economica ma gli occhi di tutti sembranopuntati sul rallentamento dell'economia cinese e sull'andamentoondivago del mercato finanziario. "E' normale che la tenuta dell'economia cinese destiattenzione in Italia: l'interscambio commerciale tra i duePaesi ha raggiunto il valore di 48 miliardi di dollari",spiegato il diplomatico. Non solo. L'anno scorso "gliinvestimenti cinesi in Italia hanno raggiunto quota 4 miliardidi dollari, una fetta importante del totale degli investimenticinesi che ammonta a 20 miliardi di dollari" ha riferito Li. Il rappresentante della diplomazia cinese in Italia nonnasconde che gli indicatori cinesi riflettano una crescita"meno smagliante" rispetto agli anni passati. Sono evidenti lesfide che il governo di Pechino deve affrontare nellatransizione economica in atto. Ma sarebbe ingiusto, ha aggiuntoLi, decontestualizzare gli scossoni del sistema economicocinese dall'andamento dell'economia mondiale. "Sappiamo moltobene cosa dobbiamo fare in questa fase di aggiustamentofisiologic", ha ribadito Li, "dobbiamo spingere sullo sviluppodel manifatturiero e aumentare i consumi interni, che gia' oggicontribuiscono al Pil per il 60%". Insomma la Cina punta acrescere di "10 mila miliardi di dollari quest'anno", e se ilDrago si avvicina a una crescita del 7% e' fatta. Le prove del fatto che la Cina grazie alle riformestrutturali in atto sia destinata a crescere in modo piu'sostenibile, vengono anche dallo sviluppo di Internet Plus edal "Made in China 2025": iniziative che "favoriscono losviluppo di un' economia condivisa, caratterizzatadall'entusiasmo per l'innovazione e dalla creativita' di massa,elementi di stabilizzazioni economica". Li ha poi insistitosulla necessita' di rafforzare la cooperazione italo-cinesenell'ambito della strategia "one belt, one road" anche perinvestire insieme nei Paesi terzi. Alla vigilia del 45esimo anniversario delle relazionibilaterali, "percepisco una forte volonta' da parte dei governidi entrambi i Paesi di rafforzare la cooperazione in tutti isettori per sfruttare i mercati del Paesi terzi", ha dettol'ambasciatore, "lo dimostra la quantita' di iniziativeimprenditoriali organizzate nell'ambito dell'Expo". "Quest'anno", ha aggiunto Li, "abbiamo accolto delegazionianche di piccole imprese private grazie al sostegno delleistituzioni italiane. Di recente Bank of China ha organizzatoun convegno a Milano sulle Pmi coinvolgendo 400 impreseitaliane e cinese, e il 60% di queste aziende hanno siglatoaccordi coooperazione". Ha lanciato invece una provocazione l'ex ambasciatoreitaliano in Cina Massimo Iannucci: "Le istituzioni e lediplomazie stanno facendo un lavoro straordinario. Tuttavia,non nascondiamoci che le relazioni economiche tra i due Paesipotrebbero essere migliorare". Iannucci ha fatto un passoindietro partendo da un indicatore: "Nel 2010 l'interscambioammontava a 30 miliardi di dollari. In occasione della missionein Italia dell'ex premier Wen Jiabao, Wen e Berlusconiannunciarono l'obiettivo di arrivare quest'anno a quota 80miliardi di dollari. Quest'anno abbiamo raggiunto 48 miliardi.La mia non vuole essere una critica ma uno stimolo" si e'affrettato a precisare Iannucci. Di parallelismi tra Italia e Cina ha parlato Professoreordinario di Economia Politica presso l'Universita' Luiss,Paolo Garonna, che ha spiegato come entrambi i Paesi "stianoattraversando una fase di riforme e modernazzazione senzaprecedenti. E' indispensabile capirsi, e il compito delladiplomazia e' quello di creare occasioni di dialogo e incontroda cui nascano opportunita' di business. Oggi le bancheitaliane hanno un maggior interesse a conoscere meglio lacomunita' finanziaria cinese e aumentare gli scambi, come fannocon altri parsi europei". La parola d'ordine per Roma e Pechino e' guardare al futuronel settore digitale, ha sottolineato il presidente di ChinaEuLuigi Gambardella: "La collaborazione tra Cina e Italia puo' edeve passare sul 5G. Italia e Cina devono combinare design etecnologia". Mentre per Bai Junyi della Camera di commercioitalo cinese "la nuova fase tra Italia e Cina e' gia' in corso.Ad affacciarsi nel mercato italiano non sono solo le grandiaziende come Huawei, che sta peraltro avviando una nuova fasedi sviluppo nel mercato degli smartphone, ma anche le pmi. Nel2014 l'Italia e' diventato il secondo Paese europeo dopola GranBretagna come destinazione degli investimenti cinesi. Ladirezione e' andare verso prodotti cinese di alta qualita' eabbandonare la competizione basata sui prezzi bassi dellemerci. Al 'Go global' i cinesi ci credono e quando investono inItalia hanno un dinamismo contagioso". E l'Italia cosa puo'fare per attrarre i cinesi? "E' semplice: semplificare leleggi. Ci sono 70mila regolamenti in Italia. Sono troppe dacapire per le imprese italiane, figuriamoci per quelle cinesi"ha concluso Bai. (AGI).
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