"Per combattere obesita' servono stile vita e strategia sociale"
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"Per combattere obesita' servono stile vita e strategia sociale"

"Per combattere obesita' servono stile vita e strategia sociale"

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(AGI) - Roma 28 ott. - E' il paradosso del 21esimo secolo: lacoesistenza di obesita' e insicurezza alimentare. Un problemache colpisce non solo i Paesi in via di sviluppo, masoprattutto quelli industrializzati, come dimostrano i datiallarmanti che arrivano dagli Stati Uniti cosi' comedall'Italia. Ed e' su questo che bisogna puntare i riflettori,proprio nell'anno dell'Expo di Milano, affinche' tutti i Paesisi attivino per affrontare quello che e' diventato un problemaurgente le cui conseguenze travalicano la sfera privata. Ne e'convinta il contrammiraglio Susan J. Blumenthal, la prima adavere la delega alla salute femminile all'internodell'Amministrazione Usa, in visita a Roma dove e' statainsignita del dottorato di ricerca honoris causa in Tecnologieavanzate in Chirurgia dall'Universita' La Sapienza. Per l'esperta americana, da oltre vent'anni protagonistadella sanita' pubblica degli Stati Uniti, la responsabilita'dello stile di vita e' del singolo ma anche della societa'. "E'tutto il contesto che e' cambiato", spiega all'AGI. "Il cibodei fast food e' molto piu' economico di quello fresco, lepersone non hanno tempo di cucinare pasti genuini a casa, igenitori lavorano e c'e' l'influenza del marketing, conmiliardi di dollari spesi in pubblicita' rivolta in particolareai bambini. Non solo, la tecnologia ci rende piu' sedentari:guidiamo, prendiamo l'autobus invece che camminare, l'80% delmondo vive in aree urbanizzate e con pochi spazi verdi". Sonotutti fattori, sottolinea Blumenthal, "che contribuiscono" auno stile dio vita sbagliata e ostacolano chi lo vuolecambiare. L'obesita' "e' un problema urgente, che non riguarda solola salute personale ma colpisce anche l'economia e la stessasicurezza nazionale: basti pensare a quel 27% di giovaniamericani tra i 17-24 anni inabili al servizio militare a causadel loro peso". Non va meglio in Italia, patria della famosadieta mediterranea, modello di sana alimentazione tra i piu'citati e copiati. Anche nel Bel Paese "nell'arco di unagenerazione qualcosa e' cambiato: i vostri ragazzi non mangianoin modo sano, i fast food guadagnano terreno e c'e' ilparadosso degli adulti tra i piu' magri d'Europa ma anche ibambini piu' in sovrappeso: dopo la Grecia siete i secondi",mette in guardia l'esperta americana. Combattere l'obesita'promuovendo uno stile di vita piu' sano e' diventata cosi' unabattaglia cruciale per la societa', come denuncia la FirstLady, Michelle Obama, che ne ha fatto "una questione chiave"del suo impegno alla Casa Bianca: la sua campagna 'Let's Move'incoraggia i giovani e le loro famiglie a svolgere attivita'fisica. E per lavorare sul cambiamento, "le scuole sono moltoimportanti", ricorda l'ex vice consigliere presidenziale,mettendo l'accento sul coinvolgimento dei ragazzi "in giardinie orti scolastici": grazie all'esperienza pratica di "piantare,raccogliere e cucinare, i giovani acquisiscono un bagaglio diinformazioni che, una volta tornati a casa, portano infamiglia", contribuendo alla diffusione del messaggio. Ma se tanto possono fare l'impegno e la responsabilita'personale, con "un'alimentazione sana, un'attivita' fisicacostante e un'attenzione alla prevenzione, a livello sociale e'necessario che siano i governi, e anche le imprese, ad agire".I problemi di salute come l'obesita', infatti, "non dovrebberoessere affrontati solo a livello medico, da dottori e ospedali,piuttosto rientrare nelle politiche di ogni settore,dall'agricoltura ai trasporti, dalla pianificazione urbanisticaall'educazione fino alla comunicazione, coinvolgendo figure neivari ambiti per ridisegnare le comunita'". "Abbiamo bisogno direndere facile la 'scelta salutare'" e non dobbiamo lasciare ilsingolo alla merce' di un ambiente che lo allontana da unostile di vita sano. Una strategia a tutto campo che vedeimpegnate le scuole, i posti di lavoro, le autorita' sanitarieper aiutare a compiere scelte diverse. E che la salute sia centrale non solo per il cittadino maper l'intera societa' lo ha dimostrato lo stesso presidenteBarack Obama che nel 2010, nonostante la feroce opposizione deiRepubblicani, e' riuscito a far passare la storica riformadella sanita'. "I cambiamenti hanno bisogno di tempo", osservaBlumenthal, senza nascondere che ci sono ancora fronti su cuilavorare, come il costo delle medicine. Ma "la buona notizia e'che ora milioni di americani hanno un'assicurazione sanitaria:la riforma non e' perfetta ma sta salvando vite e sta cercandodi dare ai cittadini una vita sana e consentir loro, se sonomalati, di accedere alle cure". (AGI).
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