Sud Africa: Pistorius, la vita sul filo del rasoio di Blade Runner
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Sud Africa: Pistorius, la vita sul filo del rasoio di Blade Runner

Sud Africa: Pistorius, la vita sul filo del rasoio di Blade Runner

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(AGI) - Pretoria, 20 ott. - Dopo aver scontato solo un annoreclusione, Oscar Pistorius e' uscito dal carcere per unaliberta' vigilata. E' l'atteso ma non per questo menosconvolgente colpo di scena nella travagliata vicendagiudiziaria dell'ex campione paralimpico, condannato a 5 annidi carcere per l'omicidio colposo della fidanzata ReevaSteenkamp, la notte di San Valentino del 2013. Capace ditrasformare un handicap in un vantaggio, considerato un eroenazionale e un'icona per tutti quelli convinti che si puo'varcare il muro della disabilita', Pistorius e' passato dallestelle alla polvere. Nessuno lo avrebbe potuto prevederequando, a Londra, nel 2012 centro' la sua idea folle: diventareil primo biamputato a gareggiare con i normodotati inun'Olimpiade. Il mondo si inchino' al coraggio di un essereumano che, nonostante la nascita senza le tibie e l'amputazionead appena 11 mesi di entrambe le estremita' sotto le ginocchia,fosse riuscito a competere alla Olimpiadi con le sueavveniristiche protesi. "Blade runner" si classifico' per lesemifinali dei 400 metri e taglio' il traguardo in 45,44secondi, il suo quarto tempo piu' veloce su quella distanza. Esolo i maligni dissero che quelle protesi - le 'lame', coltelliricurvi che pesano il 20% in meno di una gamba in carne e ossa- gli davano un vantaggio sleale sugli avversari. Gli altritennero impressa la sua immagine avveniristico (non a caso Timelo inseri' tra le 100 persone piu' influenti del Paese) equalcuno parlo' di "un cieco che ha scalato l'Everest". Nato aJohannesburg nel 1986, Pistorius ha avuto un'infanzia eun'adolescenza traumatiche, segnate dalla sua vulnerabilita',la separazione dei suoi genitori e l'iper-protezione di unamadre ossessionata dalla delinquenza. La madre, a cui ilragazzo era legatissimo, mori' quando lui era adolescente.Tutte esperienze che devono averlo marcato a fuoco. E cosi' neimesi successivi all'omicidio, sotto i riflettori di una stampamondiale interessata in maniera ossessiva al caso (le fasisalienti del processo sono state seguite in diretta dai grandinetwork internazionali), e' emersa un'altra immagine diPistorius: un giovane dai comportamenti a tratti violenti ecollerici, facile protagonista di scontri verbali e a volteanche fisici, con una passione sfrenata per le auto veloci e learmi. Da allora la sua carriera e anche la sua fama si sonofrantumati, con la stessa celerita' con cui sono spariti, l'unodopo l'altro, all'indomani della tragica notte di SanValentino, tutti i lucrosi contratti con i marchi sportivi chelo sponsorizzavano. Dopo essere uscito dal carcere, senza unacasa dove andare dopo aver venduto quella in cui uccise Reeva,e' probabile che l'ex atleta finisca di scontare la condannadallo zio Arnold Pistorius, uomo d'affari facoltoso e disuccesso, padre adottivo di Pistorius e capo di questo clan diafrikaner con forti convinzioni calviniste, che lo aveva gia'ospitato durante la liberta' condizionata prima della condanna.Una condanna arrivata al termine di un processo in cui si eravisto di tutto: spettacolo, dramma, sangue. Pistorius avevapianto, singhiozzato, vomitato e aveva dovuto mostrare, senzaalcun pudore, anche i lati pui' intimi di se'. Aveva persinocamminato sui monconi, senza protesi, per mostrare la suaaltezza reale e la sua vulnerabilita'. Le polemiche non l'hannomai abbandonato, neanche dopo la sentenza, che ha suscitatoproteste per la leggerezza della condanna. Entrato in carcereil 21 ottobre del 2014, Pistorius gia' alla fine di agostostava per riassaporare la liberta', grazie alla commissione peril riesame che ne aveva decretato la scarcerazione dopo averscontato gia' un sesto della pena. Ma la decisione avevasollevato un polverone nel Paese, tanto da spingere il ministrodella Giustizia, Michael Masutha, a intervenire all'ultimominuto, opponendosi alla liberazione. La commissione d'appelloha pero' confermato la decisione del board, approvando laliberta' vigilata a partire dal 20 ottobre. I termini non sonoancora stati resi noti ma molto probabilmente l'atleta dovra'restare confinato in casa per diverse ore al giorno eimpegnarsi in lavori socialmente utili. Ma la liberazionepotrebbe essere una conquista di breve durata. La sentenza acinque anni di carcere per omicidio colposo, infatti, era statagiudicata "incredibilmente lieve" dalla procura che avevapresentato appello. Nel dicembre scorso, la giudice ThokozileMasipa, la stessa che lo aveva condannato in primo grado, avevadato il via libera: il 3 novembre l'ex campione tornera' intribunale. .
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