R oma - Dei 308 azzurri che saranno impegnati alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, 19 sono "stranieri" che molto spesso si rivelano il valore aggiunto della spedizione. Insomma, quel campione in piu' che ha bisogno una squadra o un settore. Si tratta di atleti nati semplicemente all'estero oppure diventati cittadini italiani seguendo l'iter previsto ovviamente se aventi diritto.
Il Paese maggiormente rappresentato in questa graduatoria e' Cuba con cinque atleti. I piu' rappresentativi, e dai quali ci si attende molto, sono sicuramente Frank Chamizo, uno dei favoriti alla conquista dell'oro nella categoria dei 65 chilogrammi della lotta libera, ed il pallavolista Osmany Juantorena, nipote di Alberto, il leggendario 'El Caballo' del mezzofondo nell'atletica leggera. Originaria dell'Isla e' anche la quattrocentista Libania Grenot, figlia di un sindacalista e di una giornalista di Cuba e italiana per matrimonio. 'Panterita', come ama fari soprannominare, ha 32 anni e dal 2014 e' campionessa d'Europa dei 400 metri. Le sue intenzioni sono quelle di graffiare anche a Rio. Entrambe originarie de L'Avana, proveranno ad animare le corsie dello stadio Olimpico anche Yadisleidy Pedroso e Yusneysi Santiusti.
Il pallanuotista Pietro Figlioli torna nella natia Rio de Janeiro. Figlio di un ex nuotatore carioca, l'attaccante in forza alla Recco, e' alla sua terza Olimpiade, la prima con la calottina azzurra dopo le due con quella dell'Australia. L'allenatore Campagna conta molto su di lui per scardinare le difese avversarie. Altro brasiliano di nascita e adottato da una famiglia napoletana e cresciuto nel quartiere Pianura, e' Valentino Manfredonia. La sua missione ritornare dal Brasile con l'oro al collo della categoria fino a 81 chilogrammi del pugilato. Nell'ambiente della boxe e' simpaticamente soprannominato 'O' Taison' e nella sua camera sono appesi i poster di Muhammad Ali. Strappato al calcio, Adrian Ignacio Carambula Raurich e' originario dell'Uruguay e ha imparato a giocare a beach volley a Miami. Con i suoi 183 centimetri e' il giocatore piu' basso del circuito. A Rio fara' coppia con Alex Ranghieri.
Due le atlete nate in Africa, la forte judoka Edwige Gwend in Camerun e la promettente ostacolista dell'atletica leggera Ayomide Folorunso in Nigeria. Quest'ultima, devota cristiana pentecostale, culla il sogno di diventare chirurgo pediatrico. Al via della maratona ci sara' anche Catherine Bertone, nata a Bursa in Turchia dove papa' lavorava presso la sezione estera della Fiat. Lei, oggi 44enne mamma di due bambine ed impiegata al primo soccorso pediatrico ad Aosta, ritorna in Brasile dopo aver vissuto da piccola otto anni a Belo Horizonte.
L'Ucraina e' rappresentata da Dariya Derkach, brava triplista, figlia di un decatleta e di una triplista. Da piccola si e' trasferita da Kiev e Salerno dovendo pero' attendere parecchi anni per ottenere la cittadinanza italiana. Azzurra dal 2014 dopo aver preso parte ai Giochi di Pechino nel 2008 con la nazionale svizzera, Jeanine Cicognini e' l'unica italiana al via nei tornei di badminton. Svizzero di nascita ma da sempre in possesso della cittadinanza italiana e' il golfista Nino Bertasio. La canoista Stefanie Horn, tedesca fino al 2012, e' diventata bresciana col matrimonio con Riccardo De Gennaro (anche lui canoista). Ungherese di nascita ma triestina d'adozione e' la tuffatrice Noemi Batki, figlia di Ibolya Nagy, olimpionica con la nazionale magiara a Barcellona nel 1992. Nativa di Budapest e' anche Viktoria Orsi Toth, italiana sin da piccola a seguito del trasferimento dei genitori a Santeramo (Bari). Nella squadra di pallanuoto ci sara' anche Michael Alexandre Bodegas, francese di nascita, italiano grazie alla nonna originaria di Rivalta Bormida. Nella pallavolo ci sara' anche il moscovita di nascita, ma italiano per matrimonio, Oleg Antonov. (AGI)