"Gli errori vanno riconosciuti sempre, senza se e senza ma. Chiedo scusa a tutti per quanto visto e sentito a #Parliamonesabato"
Gli errori vanno riconosciuti sempre , senza se e senza ma. Chiedo scusa a tutti per quanto visto e sentito a #ParliamoneSabato
— Andrea Fabiano (@AndreaFabiano) 20 marzo 2017
E' questo il tweet con il quale il direttore di Rai1, Andrea Fabiano, cerca di chiudere la polemica scoppiata intorno al servizio sulle donne dell'Est andato in onda sabato 18 marzo, nel corso della trasmissione "Parliamone sabato" di Paola Perego. Nel servizio venivano elencati i motivi per i quali gli italiani preferiscono o dovrebbero preferire scegliersi una fidanzata dei Paesi dell'ex Unione Sovietica; cioè che queste donne sono sempre sexy, perdonano il tradimento, sono disposte a far comandare il loro uomo, non frignano e non si appiccicano e dopo il parto recuperano un fisico tonico.
Borioni, Cda, "in imbarazzo"
La polemica, però, non accenna a placarsi. Dal Cda, Rita Borioni in una nota scrive: "La puntata di Parliamone sabato andata in onda lo scorso 18 marzo su Rai 1 mi mette in imbarazzo come amministratrice Rai, come donna e come cittadina di questo Paese. Sono imbarazzata, arrabbiata e basita dal tema e dal tono usato in trasmissione intessuto di sessismo, luoghi comuni, superficialità, basse allusioni, sguardi ammiccanti, sottocultura maschilista e a tratti razzista", aggiunge.
"Vergognoso. Non riesco in questo momento a trovare altre parole. Per questo trovo giuste le scuse chieste questa mattina dal direttore di Rai1 Andrea Fabiano. Auspico che non si ripetano più episodi del genere che mettono in crisi la fiducia dei cittadini nel servizio pubblico", conclude Borioni.
Dalla Vigilanza la richiesta di dimissioni
"Un pesantissimo concentrato di luoghi comuni e stereotipi sessisti da società feudale che mortificano interi secoli di conquiste civili e di emancipazione femminile" dice il senatore Francesco Verducci, vice presidente della Commissione Vigilanza Rai. "La nostra società è molto più avanti di stereotipi insopportabili - sottolinea l'esponente Pd - e riconosce alle donne (e agli uomini) la piena e consapevole libertà di poter scegliere i propri comportamenti, di non dover essere per forza sexy, di poter volendolo indossare pigiami, di arrabbiarsi o meno per i tradimenti del partner, di saper cucinare oppure anche no (per stare alle 'tesi' contenute nel famigerato cartello apparso in trasmissione) e via così. I responsabili di questo scempio devono dimettersi".
Ma la polemica non si chiude
"E io dovrei pagare il canone Rai per questa spazzatura? A casa subito autori e conduttrice" scrive sul suo profilo facebook Barbara Saltamartini, vicepresidente dei deputati della Lega.
Analogo e durissimo anche il commento, sempre su Facebook di Flavia Perina: "Cari della Rai, cari di "Parliamone sabato", cari di Rai Uno, di questa cosa dovete rispondere, e c'è poco da scherzare. Siete servizio pubblico, fascia oraria di massimo ascolto. Propagandare come ideale femminile una donna (anzi, una "razza") plasmata sul modello dell'obbedienza, della sottomissione, del "niente pigiamoni" e del "fisico marmoreo" non è conciliabile con il vostro ruolo né col canone che vi paghiamo".
L'Usigrai: "Ci vergogniamo"
"Un siparietto disgustoso di cui come dipendenti, come donne e uomini della Rai ci vergogniamo. Una lista di luoghi comuni, violenti, beceri e umilianti". E' la valutazione dell'Usigrai "Ci chiediamo come possa accadere che il Servizio Pubblico mandi in onda senza alcun controllo un tale coacervo di sessismo e razzismo in barba a qualsiasi policy aziendale e tradendo oltretutto i principi della Convenzione. Positivo che la Presidente Rai e il Direttore di Rai1 si siano scusati. Ma ovviamente non può bastare. È indispensabile che vengano presi provvedimenti nei confronti di tutti i responsabili".