R oma - E venne il giorno del pugno nello stomaco alla Festa del Cinema di Roma. Michele Placido porta nella selezione ufficiale il suo ultimo film, '7 minuti', trasposizione cinematografica della piece di Stefano Massini che ha girato i teatri italiani con la direzione di Alessandro Gassmann. Interpretata da Ottavia Piccolo, che era anche nello spettacolo teatrale, insieme a un affiatato gruppo di attrici - Ambra Angiolini, Violante Placido, Cristiana Capotondi, Fiorella Mannoia, Maria Nazionale, Clemence Poesy, Sabine Timoteo, Anne Consigny - la pellicola arriverà nelle sale il 3 novembre. Il quarto film italiano presentato alla selezione ufficiale della rassegna romana è un'opera molto convincente, dove la domanda "a cosa siamo disposti a rinunciare pur di mantenere il lavoro?" tormenta le protagoniste e lo spettatore per un'ora e mezza.
"Quando Massini mi ha portato il testo, ero un po' perplesso - racconta Michele Placido durante l'incontro stampa -. Soprattutto l'idea di un cast tutto al femminile, non era facile da gestire. In Italia è difficile fare film sul lavoro - aggiunge - figurarsi con 11 donne!". Placido, che nel film recita nel ruolo di uno di due fratelli proprietari di una fabbrica tessile modello che dev'essere ceduta a una multinazionale francese, confessa che il suo regista di riferimento per '7 minuti' è Sidney Lumet di 'La parola ai giurati' o 'Quel pomeriggio di un giorno da cani'. Poi rivela: "Credo di aver trovato la chiave giusta per raccontare il dramma di queste operaie con l'uso di tre o quattro camere che sono puntate su chi ascolta". Il testo di Massini è fortemente politico e rappresenta anche uno scontro generazionale. "Basta vedere quello che accade nel Pd. Possiamo dire che l'operaia interpretata da Ottavia Piccolo è Pierluigi Bersani mentre quella più giovane è Matteo Renzi".
Un film che non lascia indifferenti, dunque, e che ancora appassiona le interpreti. Ottavia Piccolo spiega che "abbiamo perso la fiducia in chi ci rappresenta, nei politici. E questo lo vediamo anche nel mondo del lavoro con i rappresentanti sindacali". La cantante Fiorella Mannoia, molto convincente nel suo primo ruolo da attrice, torna a parlare dello scontro generazionale e spiega che "le più anziane hanno fatto queste battaglie in passato e i giovani, che non hanno questo vissuto, non lo capiscono e pensano che le loro scelte siano dettate dall'interesse personale. Oggi tutto è frammentato e individuale - continua - e il sentire comune non c'è più. Oggi siamo di fronte a una forma di schiavitù e la domanda chiave è quella del film: cosa sei disposto a fare per lavorare?". La Mannoia affronta poi un altro tema emerso forte dal film: il confronto-scontro tra lavoratori italiani e stranieri. "Siamo davanti a nuova epoca - dice - un cambiamento epocale in cui assistiamo ad un abbassamento dei diritti dovuto anche all'arrivo di immigrati disperati che sono disposti a tutto per lavorare. E questo fenomeno - conclude - permette a qualcuno di approfittarsene per abbassare i diritti". (AGI) Cau