"Ho pensato che non ho più l'età, né il tempo, di avere paura delle mie emozioni. Ho avuto voglia, per una volta, di non aver paura": così Valeria Bruni Tedeschi, vincitrice del David di Donatello come miglior attrice per la sua interpretazione ne "La Pazza Gioia" di Paolo Virzì, ha commentato con La Repubblica il discorso tra risate e lacrime che ha conquistato platea e spettatori, diventando immediatamente virale.
Il discorso di ringraziamento di Valeria Bruni Tedeschi ai David di Donatello (1° Parte) #david2017 #ValeriaBruniTedeschi pic.twitter.com/HiGhS8nCaa— LALLERO (@SeeLallero) 27 marzo 2017
Dalla psicanalista, all'amica dell'asilo fino a Basaglia, tutti i suoi "grazie"
Una lista di persone da ringraziare, gioiosa e divertente, in cui hanno trovato posto Franco Basaglia, la sua "povera psicanalista", l'amica Barbara che il primo giorno d'asilo "mi dette un po' della sua focaccia facendomi sentire magicamente non più sola". Nella carrellata non sono mancati "Leopardi, Ungaretti, Pavese, Natalia Ginzburg, Anna Magnani, Gena Rowlands e suo marito, De André, Chopin, mia madre, mia sorella, i mie due figli". C'è spazio anche per "tutti i registi che mi hanno accolto nei paesi della loro fantasia e quelli che mi accoglieranno ancora", come per "gli uomini che mi hanno amata e che ho amato e anche quelli che mi hanno abbandonata".
Un doppio grazie è andato a Paolo Virzì che la guarda "da anni con tenerezza, allegria e senza paura" e che le ha regalato un "personaggio meraviglioso, triste, buffo, fantasioso".
Il discorso di ringraziamento di Valeria Bruni Tedeschi ai David di Donatello(2° ed Ultima Parte) #david2017 #ValeriaBruniTedeschi pic.twitter.com/KWMU1o4YKB— LALLERO (@SeeLallero) 27 marzo 2017
La voglia di lasciarsi andare e l'importanza dell'allegria
Il discorso è stato scritto "qualche giorno fa. Volevo evitare di balbettare ringraziamenti sul momento... e avevo in mente il bel discorso di Paolo Sorrentino agli Oscar, così elegante, anche se più serio e conciso del mio. Così mi sono lasciata andare, mettendo insieme persone, idee, momenti della vita che mi venivano in mente liberamente".
La sera dei David, chiamando Micaela Ramazzotti a condividere il premio con lei, aveva ironizzato, "siamo un po' come Stanlio e Olio". Un'immagine alla quale è affezionata e ci torna nell'intervista: Lì sul palco è stato "un misto tra la felicità di dire e l'autoderisione. Una cosa che fa bene a tutti, perché ci fa sentire per un momento nella stessa barca. E questo regala euforia. Perciò mi diverte di più paragonarmi a Stanlio e Ollio che a Thelma e Louise. Mi dà più ossigeno, mi sembra meno presuntuoso e più divertente".
Tra gli ispiratori, racconta al Corriere della Sera, c'è Roberto Benigni e il suo "invito alla felicità come dovere etico. La sua voglia di avere voglia di vivere. È veramente un genio. E, così, ho sforato i 45 secondi, non ho tagliato nulla anche se mi vergognavo. Ho deciso di andare fino in fondo e mostrarmi senza filtri. A modo mio, senza inibizioni". E su Repubblica sottolinea, il richiamo di Benigni "all'importanza quasi etica dell'allegria", pronunciato nel discorso al Quirinale, "mi ha dato la musica della giornata".
E una volta scesa dal palco, "con Paolo e Micaela siamo andati a fumarci una sigaretta. Abbiamo riso, parlato, bevuto champagne... un po' come gli attori che vanno dietro le quinte. La sensazione di un momento di teatro, più che di una serata televisiva".