Beirut - Si chiama "Brigata del Golan", e non e' una fazione di ribelli: i suoi componenti non lo sono piu'. Nell'area di confine con Israele e Libano, infatti, dal 2014 opera questo gruppo in cui affluiscono ex membri del Fsa che hanno defezionato e si sono uniti alle National Defence Forces che sostengono il regime siriano nell'area di Quneitra. Cosi', se nel 2011 moltissimi soldati e comandanti delle Forze armate siriane abbandonarono le loro divise per formare l'Fsa, oggi molti di essi compiono il percorso inverso.
Dopo aver combattuto contro i lealisti per anni, decine di militanti dell'Fsa hanno infatti ottenuto l'amnistia, riconsegnato le armi e sono stati inquadrati nel Reggimento del Golan: oggi gli uomini della Brigata combattono sia nel Golan che ad Hama che nel quartiere Jobar di Damasco. E lo fanno spesso contro formazioni ribelli di cui un tempo facevano parte.
Preso atto del livello di corruzione interna ai gruppi di cui erano membri, la loro quasi totale dipendenza da finanziatori esterni, e le voci che volevano alcuni di essi in collaborazione con Israele, militanti come Majid Hammoud e Ahmad Kaboul hanno deciso di tornare sui loro passi, unendosi nuovamente alle forze di quel regime da cui avevano defezionato.
Hammoud ad esempio lo ha deciso nel 2013, contattando un suo parente, che era anche il sindaco di Khan Arnabeh, per chiedergli se poteva riunirsi alle forze lealiste. Dopo alcuni mesi di negoziazioni e di verifiche da parte degli apparati di sicurezza, lui e decine di suoi compagni hanno abbandonato la Liwa al Mutasim - un gruppo che operava sotto l'ombrello dell'Fsa - per tornare tra le fila delle Forze armate siriane.
Come fazione ribelle, la Liwa al Mutasim operava nelle zone di Jabata, Khan Arnabeh, Madinat al Baath, Bir Arjam e Breika, oltre a quell'area di confine vicino al Golan occupato dalle truppe israeliane, in collaborazione con l'Fsa ed altre formazioni ribelli. Ma secondo Hammoud "molti gruppi non combattevano nemmeno, venivano sul campo di battaglia dopo la fine delle ostilita', facevano foto e video accanto ai palazzi distrutti e ai carri armati, e le mandavano ai loro finanziatori in Giordania e negli Stati del Golfo, cosi' da poter essere pagati", dice, riferendosi sopratutto all'Alwiya al Furqan, che operava a Quneitra.
"Altri invece - continua Hammoud - non sembravano avere grandi problemi a collaborare con gli israeliani. In un incontro tra un nostro comandante e un agente israeliano, quest'ultimo ha promesso di aiutarci con i rifugiati, con le medicine, il carburante, cibo, munizioni e logistica. In cambio, ha chiesto che rimanessimo al di la' della linea di separazione, dalla parte siriana, e che non puntassimo le armi contro i soldati israeliani", continua, aggiungendo che "ero scioccato: per noi la collaborazione con Israele costituisce una linea rossa".
Oggi la Brigata del Golan opera in una delle aree piu' sensibili della Siria, quella in cui a pochi chilometri di distanza operano gruppi affiliati di Al Qaeda, le Forze del regime siriano, gli Hezbollah libanesi e le truppe israeliane. Ovviamente, la presenza di ex appartenenti al fronte ribelle e' molto utile al Reggimento: "Siamo bravi in quello che facciamo e l'Esercito si affida a noi per controllare Quneitra e impedire l'avanzata dei ribelli", spiega Mohammad Zeidan, che si e' unito al Reggimento nel 2014. "Questo perche' molti dei nostri una volta stavano dalla loro parte, per cui conoscono personalmente il nemico, sanno come pensa e sanno come combatte".