(Unione Nazionale Consumatori) - Solo 3 capoluoghi in deflazione, ma record a Milano, -257 euro per una famiglia con due figli
Bolzano, Trieste e Napoli le città più care
Secondo i dati definitivi di settembre resi noti oggi dall'Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) registra un aumento su base annua dello 0,1%, ma per quanto riguarda la scuola i rialzi sono assai maggiori.
"Mentre è positivo che si sia arrestata la preoccupante risalita del carrello della spesa, si registra una vera e propria stangata per la scuola. La voce Istruzione registra il maggior incremento annuo (+0,9%), dopo le bevande (+2%), pari a 9 volte l'inflazione media. Anche i rialzi mensili sono da record (+0,4%), secondi solo alla voce Abitazione (+0,8%). E' inaccettabile che si speculi sulle famiglie nel momento in cui sono costrette a spendere per mandare i loro figli alla scuola dell'obbligo" afferma Massimiliano Dona, Segretario dell'Unione Nazionale Consumatori.
In particolare spicca il balzo dei prezzi dei libri scolastici (cfr. tabella 1). In un solo mese, da agosto a settembre, hanno spiccato il volo, registrando un'impennata dell'1,8% a fronte di una riduzione dell'indice generale dei prezzi, su base congiunturale, dello 0,2%. Anche l'istruzione primaria segna un incremento mensile record del 2,1%. A salvarsi solo l'istruzione secondaria.
L'Unione Nazionale Consumatori ha poi stilato la classifica dei capoluoghi di regione (cfr tabella 2) più cari d'Italia e di quelli dove, invece, c'è ancora un'inflazione negativa.
"Solo 3 città capoluogo sono ancora in deflazione, ma è indicativo che tra queste ci siano Milano e Roma. Il record della deflazione di Milano è il segno del crollo dei consumi. I milanesi, nonostante il reddito disponibile più alto rispetto alla media nazionale, stanno ancora tirando la cinghia" commenta Dona.
L'abbassamento dei prezzi dello 0,5%, comunque, consente ad una famiglia milanese di 4 persone di risparmiare 257 euro su base annua in termini di riduzione del costo della vita. Al secondo posto Roma, con una deflazione dello 0,2% ed una minor spesa annua di 82 euro. Al terzo posto Ancona, dove una tradizionale famiglia di 4 componenti risparmierà 75 euro (-0,2%).
In testa alla classifica delle città più care d'Italia resta, stabile, Bolzano, dove l'inflazione dello 0,5% si traduce in un aggravio di spesa, per una famiglia di 4 persone, pari a 270 euro su base annua. Segue Trieste, dove l'inflazione dello 0,6% si traduce in un aumento del costo della vita pari a 242 euro e Napoli, dove il rialzo dei prezzi dello 0,7% determina una maggior spesa annua di 229 euro.
Tra la città più cara, Bolzano, e quella meno cara, Milano, si determina una differenza annua, in termini di spesa, pari a 527 euro (257+ 270).
Tabella 1: variazioni congiunturali dei prezzi
Set 2016 | |
libri scolastici | 1,8 |
istruzione | 0,4 |
scuola dell'infanzia ed istruzione primaria | 1,6 |
scuola dell'infanzia | 1,4 |
istruzione primaria | 2,1 |
istruzione secondaria | -0,9 |
Fonte: Unione Nazionale Consumatori su dati Istat
Tabella 2: spesa aggiuntiva per famiglia di 4 persone nelle città capoluogo (in ordine crescente di spesa)
Città capoluogo | Spesa aggiuntiva per una famiglia di 4 persone | Inflazione |
Milano | -257 | -0,5 |
Roma | -82 | -0,2 |
Ancona | -75 | -0,2 |
Trento | 0 | 0 |
Firenze | 0 | 0 |
Bari | 0 | 0 |
Potenza | 0 | 0 |
Catanzaro | 0 | 0 |
Palermo | 61 | 0,2 |
Torino | 95 | 0,2 |
Genova | 95 | 0,3 |
Perugia | 112 | 0,3 |
Bologna | 128 | 0,3 |
Cagliari | 149 | 0,4 |
Venezia | 161 | 0,4 |
Aosta | 208 | 0,5 |
Napoli | 229 | 0,7 |
Trieste | 242 | 0,6 |
Bolzano | 270 | 0,5 |
Fonte: Unione Nazionale Consumatori su dati Istat
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