(Adusbef - Federconsumatori) - Per occultare le gravissime responsabilità e l’evidente omessa vigilanza su un evidente collasso del sistema bancario italiano, dichiarato ‘solido’ e ripetuto come un mantra ‘stabile’ dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco: «Il sistema bancario italiano non è fonte d'instabilità. La sua posizione patrimoniale è solida; sarà ulteriormente rafforzata nell'ambito delle iniziative in corso a livello europeo». (2 novembre 2011); “Il Governatore: il sistema bancario italiano è solido” (Rossella Bocciarelli 06 agosto 2013) Sole 24 Ore; “Le banche italiane sono solide e ben patrimonializzate anche grazie all’azione della Vigilanza italiana ed Europea”; Ignazio Visco, 29 e 30 gennaio 2016) dell’Assiom Forex di Torino. Dal presidente della Consob Giuseppe Vegas, «Sistema capace di fronteggiare situazioni cicliche avverse», garantendo che «le valutazioni sull'adeguatezza patrimoniale hanno evidenziato come il sistema bancario italiano sia solido e capace di fronteggiare situazioni cicliche avverse». (24 marzo 2015); dal ministro Padoan: «Il sistema italiano è uno dei più affidabili». «Malgrado le turbolenze c'è una solidità di fondo del sistema bancario italiano che va avanti e che non a caso viene considerato uno dei più affidabili e attraenti dove investire».
Infine dal premier Renzi, «Non c'è rischio sistemico»; «Noi abbiamo qualche piccola situazione da cui dobbiamo venir fuori, ma io non cambierei il sistema bancario italiano con quello della Germania, con il sistema delle Sparkassen», disse al Financial Times il 22 ottobre 2015, evidenziando che il sistema è «solido» nel suo complesso. Il 29 dicembre, a poco più di un mese dal salvataggio delle quattro banche, ribadiva: «Non c’è rischio sistemico, le banche italiane sono molto più solide di tante banche europee», è stato ideato il Fondo Atlante, che con parte della garanzia pubblica di CDP che gestisce il risparmio postale, dovrà garantire lo smaltimento delle sofferenze e perfino gli aumenti di capitale della Banca Popolare di Vicenza, sostituendosi ad Unicredit. Come ha già scritto anche Il FT, le banche italiane soffrono di un’enorme mole di crediti cattivi, molti in stato di sofferenze, bassi profitti e un altissimo numero sportelli, il più alto tra i Paesi G20. La Riforma del settore per il quotidiano inglese è stata “pasticciata” e con piccoli effetti sul consolidamento di sistema. L’urgenza della gestione dei crediti deteriorati arriva però dopo l’aumento di Bpvi e Veneto Banca, banche deboli i cui i vertici non sono stati invitati a Roma per la chiusura di Atlante evidenza il FT.
Eppure, scrivono sul FT i due, Popolare di Vicenza dovrebbe essere “una nota a piè pagina nella storia delle banche europee”. Ma così non è. La chiamata alle armi è talmente veloce perché proprio da Vicenza si teme un “fail” ovvero un fallimento. Fallimento di mercato, ovvero che non ci siano sottoscrittori per l’aumento di capitale. Fallimento di sistema per un “effetto domino” che si potrebbe propagare dalla regione più ricca all’intera Italia. E non solo. Da qui la necessità di un “bazooka”. D’altronde, rileva il FT, quest’anno il sistema bancario ha perso il 40% del suo valore in Borsa. Dal gennaio 2015 hanno scritto Rachel Sanderson e Martin Arnold sul Financial Times in un articolo incisivo dal titolo “Rescue mission”, ovvero Missione Salvataggio, un racconto, con dovizia di indiscrezioni, le ultime mosse sul mercato bancario italiano legate all’aumento di capitale della Popolare di Vicenza, le difficoltà di Unicredit che ne è a garanzia, e la corsa alla sottoscrizione del Fondo Atlante in tempi strettissimi.“I regolatori non erano preparati, prima di salire i gradini di marmo bianco della sede della Popolare di Vicenza”. Non erano preparati a trovare un miliardo di buco (“hole”) nel capitale (1,1 miliardi di patrimonio finanziato) e una mole di crediti deteriorati da 50 billions, che sono miliardi. D’altronde, lunedì 18 aprile a Vicenza sarà decisa la forchetta del prezzo per l’Ipo Bpvi a Piazza Affari. Oggi il Fondo Atlante è subentrato ad Unicredit per l’aumento di capitale della BpVi, dimostrando così tutti i buchi di un sistema bancario, certificato come solido, stabile ed affidabile, dal mantra della Banca d’Italia, che prima o poi sarà chiamata a rispondere del suo dannoso operato ai danni del mercato e dei risparmiatori, truffati ed ingannati.
Elio Lannutti (Adusbef) - Rosario Trefiletti (Federconsumatori)