Saldi, spesa non superera' i 200 euro per famiglia, pari a 8% del reddito mensile
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Saldi, spesa non superera' i 200 euro per famiglia, pari a 8% del reddito mensile
Bene solo le grandi catene, piccoli esercizi in difficoltà. Per gli acquisti si attende la fine dei saldi
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Non più di 200 euro per famiglia. Questa è la somma destinata da una famiglia, in media, all’acquisto di capi a saldo, secondo una stima dell’Adoc. Spesa sostanzialmente in linea con gli anni passati, le famiglie sono oberate da tasse e spese primarie irrinunciabili e i soldi per gli extra continuano a scarseggiare.
“La spesa delle famiglie per i saldi non supererà i 200 euro, pari all’8-10% del reddito mensile, secondo le nostre stime – dichiara Roberto Tascini, Presidente dell’Adoc – la combinazione tra redditi bassi e spese primarie e irrinunciabili elevate, come quelle sostenute per alimentazione, casa, trasporti e tasse, non permette alle famiglie italiane di destinare grosse cifre alle spese extra come i saldi. Inoltre, l’avvio della stagione degli sconti subito dopo Natale, come ogni anno, limita ulteriormente la corsa agli acquisti, almeno nel periodo iniziale. Gli acquisti più ingenti si concentreranno nel periodo finale, quando gli sconti arriveranno fino al 50-60%. Va sottolineato anche che la crescita dello shopping online è diventato un elemento frenante per i saldi. Dato che sui siti e-commerce per tutto l’anno è possibile approfittare di sconti e offerte, in media del 10-15%, i consumatori stanno preferendo sempre di più diluire la spesa per il vestiario durante l’anno. Con la conseguenze che durante il periodo dei saldi canonici le attenzioni sono riservate solo per i capi molto costosi.”
Per Adoc anche quest’anno i piccoli esercizi continueranno a soffrire gli effetti della crisi.
“I saldi sono un momento favorevole per le grandi catene commerciali, che spesso operano in franchising, ma per i piccoli esercizi, soprattutto se dislocati nelle periferie, i guadagni non sono alti – continua Tascini – ad ogni modo, dobbiamo sottolineare che continuano le “storture” di mercato. Circa il 20% degli esercizi, come di consueto, cerca di essere più furbo degli altri e ha “anticipato” il periodo dei saldi, lanciando promozioni dirette ai propri clienti o camuffando gli sconti con liquidazioni e svendite. Inoltre, a pochi giorni dall’avvio, ci stanno arrivando le prime segnalazioni di prezzi falsamente ribassati e di una confusione tra capi in saldo e nuove collezioni. Questi sgradevoli trucchetti minano pesantemente la fiducia dei consumatori verso i commercianti, penalizzando fortemente gli esercenti onesti, che puntano sulla qualità dei prodotti e sulla bontà delle offerte”.
DECALOGO SALDI
Conservate lo scontrino
I capi in saldo si possono sostituire. In base al D.Lgs. n. 24/2002 il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso, anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Inoltre il consumatore può denunciare “al venditore il difetto di conformità entro il termine di due mesi dalla data in cui ha scoperto il difetto”.
Occhio ai fondi di magazzino
La merce posta in vendita sotto la voce “Saldo” deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino. Alla larga da quei negozi che avevano gli scaffali semivuoti poco prima dei saldi e che poi si sono magicamente riempiti dei più svariati articoli. E’ improbabile, per non dire impossibile, che a fine stagione il negozio sia provvisto, per ogni tipo di prodotto, di tutte le taglie e colori.
Girate
Non fermatevi mai al primo negozio che propone sconti ma confrontate i prezzi con quelli esposti in altri esercizi. Eviterete di mangiarvi le mani. A volte basta qualche giro in più per evitare l’acquisto sbagliato o per trovare prezzi più bassi.
Occhio ai super sconti
Se l’esercizio pratica sconti superiori al 50%, spesso nasconde merce non proprio nuova, o prezzi vecchi falsi. Un commerciante non può avere, infatti, ricarichi così alti e dovrebbe vendere sottocosto. È un fenomeno “a rischio” soprattutto i primi e gli ultimi giorni di saldo.
Fiducia
Servitevi presso negozi di cui vi fidate o acquistate merce della quale conoscete già il prezzo o la qualità in modo da poter valutare liberamente e autonomamente la convenienza dell’acquisto.
Consigli per gli acquisti
Cercate di avere le idee chiare sulle spese da fare prima di entrare in negozio, in modo da essere meno influenzabili dal negoziante. Correrete meno il rischio di tornare a casa colmi di cose, magari anche a buon prezzo, ma delle quali non avevate alcun bisogno e che non userete mai. Pagare un prezzo alto non significa comprare un prodotto di qualità. Diffidate dei marchi molto simili a quelli noti.
Negozi e vetrine
Ricordate che sulla merce è obbligatorio il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere inoltre esposto “in modo chiaro e ben leggibile” (Dlg n. 114/98). Controllate che fra la merce in saldo non ce ne sia di nuova a prezzo pieno. La merce in saldo deve essere separata in modo chiaro dalla “nuova”. Diffidate delle vetrine coperte da manifesti che non vi consentono di vedere la merce.
Prova dei capi
Non c’è l’obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante. Il consiglio è di diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati.
Pagamenti
Nei negozi che espongono in vetrina l’adesivo della carta di credito (o bancomat), il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento anche per i saldi, senza oneri aggiuntivi. Ricordiamo inoltre che gli esercenti sono obbligati ad accettare pagamenti con il bancomat anche per cifre inferiori ai 30 euro.
Online
Con la direttiva europea 83/2011, recepita dal decreto legislativo n.21 del 21 febbraio 2014, sono state introdotte molte novità per i contratti a distanza, stipulati via internet e comunque fuori dai locali commerciali: dall’ampliamento della durata del diritto di ripensamento ai tempi stretti per ottenere il rimborso di quanto pagato. Per maggiori informazioni leggi qui
Roma, 5 gennaio 2016
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