Tunisi - E' stato firmato a Tunisi la firma del cosiddetto "accordo di Cartagine", la base su cui fondare il nuovo governo di unita' nazionale fortemente voluto dal presidente Beji Caid Essebsi. L'intesa programmatica e' stata firmata dai leader dei sindacati, delle imprese e dei principali partiti politici del paese rivierasco. Il capo dello Stato, da parte sua, si e' "congratulato con il popolo tunisino" per il risultato di oggi. Il documento, infatti, rappresenta "l'80 per cento dei deputati dell'Assemblea dei rappresentanti del popolo (Arp)", il parlamento monocamerale tunisino. Il presidente, tuttavia, ha espresso rammarico per la mancanza del Fronte popolare nazionale, il primo partito di opposizione che ha definito l'accordo come "un complotto politico". L'intesa e' stata firmata da Houssine Abassi, segretario generale dell'Unione generale tunisina del lavoro; Wided
Boouchamaoui, presidente dell'Unione tunisina dell'industria, commercio e artigianato (Utica); da Abdelmajid Ezzar, capo dell'Unione tunisina dell'agricoltura e della pesca. L'accordo di Cartagine e' stato siglato anche da Rached Ghannouchi, presidente del movimento islamico tunisino Ennahda; Hafedh Caid Essebsi, leader del partito tunisino laico Nidaa Tounes; Moshem Marzouk, ex segretario di Nidaa Tounes oggi a capo del Movimento per la Tunisia; Slim Riahi, capo dell'Unione patriottica libera (attuale partner del governo); da Yassine Brahim, leader dei
social-liberali di Afek Tounes; da douhaier Maghzaoui del Movimento Echaab; da Kamel Morjane, leader di Al Moubadra; da Issam Chebbi di Al Joumhouri e da Samir Taieb del partito Massar. "Questa iniziativa - ha aggiunto il capo dello Stato - e' imposta dalla situazione socio-economica del paese. Era essenziale trovare un'alternativa politica, e questa alternativa passa necessariamente attraverso il cambiamento delle persone".
A inizio giugno, il presidente aveva annunciato l'iniziativa per la formazione di un governo di unita' nazionale invitando i sindacati, le imprese e tutti i partiti politici ad aderirvi. Essebsi ha spiegato di aver tratto spunto dall'esperienza e dall'eredita' politica di Habib Bourguiba, "padre della patria" tunisino che nel 1959 formo' un governo di unita' nazionale dopo la dichiarazione d'indipendenza dalla Francia. Una fonte politica locale ha riferito che sicuramente il nuovo esecutivo entrera' in carica prima della pausa estiva di agosto. Il futuro governo, inoltre, dovrebbe essere composto da politici e non da piu' tecnici: motivo per cui la conferma dell'attuale premier Essid sembra lontana.
Se il nuovo governo seguira' l'esatta composizione del parlamento, il partito islamista moderato Ennahda avra' un ruolo di maggiore importanza grazie ai suoi 69 seggi. Seguirebbero poi i laici Nidaa Tounes con 56 seggi e i 28 "scissionisti" del blocco Al Horra. Al quarto posto per ordine di importanza ci sarebbero i 15 parlamenti del Fronte popolare, formazione di sinistra finora relegata all'opposizione. L'Unione patriottica libera figura subito dopo con dodici seggi, seguita dai social-liberali di Afek Tounes, con dieci seggi, lo stesso numero del Blocco social-democratico, alleanza composta da partiti minori. (AGI)