(AGI) - Kigali, 1 lug. - Il Ruanda ha deciso di decuplicare le tasse sull'importazione di vestiti e scarpe di "seconda mano", provenienti, principalmente dall'Europa e dall'America del Nord. Una misura, fanno sapere le autorita', necessaria per promuovere l'industria tessile locale. La misura e' entrata in vigore oggi, ha detto Drocelle Mukashyaka, una responsabile dell'Ufficio ruandese delle tasse. "Prima - ha spiegato - le tasse su un chilo di vestiti e di scarpe era di 0,2 dollari, attualmente e' di 2,5 dollari per i vestiti e di 5 dollari per le scarpe".
I vestiti e le scarpe di seconda mano, molto popolari in Ruanda come nel resto dei paesi africani, importate dall'Europa e dall'America del Nord, sono vendute sul mercato locale a prezzi molto bassi. Tutto cio', tuttavia, ha "completamente ucciso l'industria tessile", dei paesi in via di sviluppo, ha spiegato il ministro del Commercio ruandese, Francois Kaninmba. In febbraio, i capi di Stato della Comunita' degli Stati dell'Africa dell'Est, riuniti ad Arusha in Tanzania, si erano accordati per bandire il commercio dei vestiti d'occasione entro il 2019.
Secondo il ministro ruandese dell'Economia, Claver Gatete, questa misura e' anche una questione di "dignita'. Inoltre non e' un'industria produttiva, non e' accettabile per la nostra dignita'".
La misura, tuttavia, e' mal digerita dalla popolazione che vede i prezzi aumentare e non crede alla capacita' dell'industria locale di soddisfare rapidamente la domanda. Dal canto suo il direttore di Utexrwa (una delle due industrie tessili del paese), Patel Ritesh, si e' detto contento dell'aumento delle tasse, sostenendo che cio' "permettera' alla sua impresa di sviluppare un settore atrofizzato dall'importazione dei vestiti di seconda mano". (AGI)
Fea