(AGI) - Ginevra, 11 mar. - I soldati dell'esercito di Juba e le milizie alleate sono incoraggiati dal governo del Sud Sudan agli stupri di gruppo e commettono cosi' crimini di guerra e contro l'umanita'. E' la denuncia delle Nazioni Unite contro le autorita' del Sudan del Sud, accusate di legittimare gli stupri come strumento al posto degli stipendi, mentre i bambini sono bruciati vivi. Secondo le Nazioni Unite, ci sono prove che il principio con cui vengono retribuite le milizie filo-governative che affiancano l'esecito di liberazione del popolo del Sudan (SPLA) si basa su un accordo "fai e prendi cio' che puoi".
Nel rapporto si precisa che "gran parte dei giovani miliziani rubano bestiame e proprieta' private, rapiscono e stuprano donne e ragazze in luogo di percepire come forme di pagamento". Inoltre, civili sospettato di sostenere l'opposizione, e tra essi anche bambini, sono stati bruciati vivi, impiccati agli alberi e tagliati a pezzi. Sia il governo che i ribelli sono stati accusati di perpretrare pulizia etnica, reclutare e uccidere bambini, torture, uso sistamatico degli stupri per terrorizzare i civili.
Secondo il rapporto, nel 2015 sono stati uccisi fino a novembre 10.533 civili, per lo piu' in modo deliberato. Sono stati inoltre documentati piu' di 1.300 casi distupro tra aprile e settembre sono nel governatorato dell'Unita'. Gli stupri non risparmiano i bambini: dall'inizio della guerra i casi su minori di 9 anni sono stati almeno 702. Nel Sudan, diventato indipendente con un referendum nel 2011 dopo 30 anni di guerra con Khartum, si commbatte dal 2013 una guerra civile, tra le forze del presidente Salva Kiir e i ribelli del suo ex vice, Riek Machar. (AGI)
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