(AGI) - Roma, 2 gen. - L'agricoltura italiana come volano di pace, sicurezza e stabilita' climatica. Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, spiega all'AGI come il settore agroalimentare, soprattutto il modello italiano, puo' aiutare a prevenire e alleviare i problemi epocali di questo secolo, grazie alla attenzione alla sostenibilita' ecologica, alla diplomazia dello sviluppo economico basata sulle partnership e alla attenzione all'impatto sociale. Per il ministro, infatti, il settore agroalimentare pesa tantissimo sulla geopolitica, "piu' di quanto non sembri e non si racconti sui media. Se guardiamo tutte le grandi crisi delle aree mediorientale, africana e mediterranea, tra le matrici fondamentali dei conflitti ce ne e' sempre una legata all'accesso al cibo e alla questione alimentare, a cominciare dalle Primavere arabe. L'Italia, assicura Martina, "sa che questo e' l'abc e puo' e vuole svolgere un ruolo da questo punto di vista". Il modello agroalimentare che funziona in Italia e' green, ecosostenibile, fondato su piccole e medie imprese, attento al sociale e con un forte collegamento tra produzione e trasformazione del prodotto agricolo in cibo. Un modello in cui l'Italia e' leader nel mondo e che puo' essere esportato nei paesi emergenti.
"Sicuramente - afferma il ministro Martina - e' un modello che intendiamo esportare in tutto il Mediterraneo, nella sua costa sud e in Africa. Noi siamo la cerniera naturale tra l'Europa e l'Africa. Abbiamo una naturale predisposizione a sviluppare partnership sul versante agricolo e alimentare funzionali a consolidare la cooperazione allo sviluppo e tutte quelle relazioni che hanno come fondamento la tenuta della pace e la risoluzione di conflitti". "Per me - conferma Martina - il focus e' questo. L'Africa per noi e' un'opzione strategica". Uno dei Paesi su cui l'Italia si sta impegnando e' l'Egitto, ma c'e' un focus anche con l'Angola, senza dimenticare l'intero maghreb e l'africa subsahariana. "Noi - racconta il ministro Martina - siamo stati in Egitto per sviluppare una cooperazione agricola e alimentare in modo coerente con la strategia piu' generale del governo italiano. Siamo stati in Angola e abbiamo percepito che possiamo essere un partner formidabile, perche' proponiamo un modello agroalimentare piu' funzionale a un contesto come quello angolano. La nostra specificita' sta nelle dimensioni di piccola e media impresa e dell'integrazione delle filiere". Il punto di forza infatti e' che il modello italiano integra l'intero comparto. E tutto il settore italiano che fa impresa nella trasformazione e' interessato da questa 'diplomazia agroalimentare'. "Ci sono forti potenziali di sviluppo della meccanica agricola, del packaging alimentare, della filiera della catena del freddo: sono le prime vere leve che ci vengono chieste quando andiamo in questi territori. Il dato inequivocabile e' una esigenza di diversificare l'economia: i paesi emergenti non possono e non vogliono vivere solo su gas e petrolio, e questo incrocia un cambiamento degli stili di vita che aiuta la nascita di un potenziale ceto medio. Questo modifica i consumi, anche di alimenti: questa nuova classe sociale mangia in modo diverso da prima. L'Egitto e' un caso di scuola. "In Egitto - spiega il ministro Martina - uno dei nostri progetti post-Expo e' la borsa agricola telematica, una prima vera sperimentazione con alcuni paesi africani tra cui Egitto e Algeria di un sistema di scambio di commodities agricole win-win tra produttori di ambo i paesi. E' una sperimentazione che stiamo testando con l'Egitto in particolare con alcune produzioni". Questa tra l'altro "e' una delle frontiere piu' interessanti per capire se riusciamo a far evolvere la cooperazione utilizzando strumenti con cui anche i piccoli produttori possono far diventare la globalizzazione una opportunita'". (AGI)
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