(AGI) - Firenze, 21 set. - "Ha deciso di togliersi la vita impiccandosi alla finestra della cella della Casa circondariale di Grosseto dov'era detenuto per i reati di lesioni e maltrattamenti in famiglia. E' accaduto questa notte, protagonista un italiano originario della provincia di Lecce ma da anni residente a Grosseto". La notizia e' stata diffusa dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria a margine del XIII Consiglio Regionale Sappe della Toscana, in corso di svolgimento a Montale, in provincia di Pistoia. Per il segretario nazionale Sappe per la Toscana, Pasquale Salemme, "L'uomo, si e' tolto la vita nella notte. Aveva 47 anni, era indagato per i reati di lesioni e maltrattamenti in famiglia, ed era gia' stato detenuto a Grosseto per altri reati. L'agente di polizia penitenziaria di servizio aveva fatto il giro di controllo alle 3 e l'uomo dormiva (o almeno cosi' sembrava); al successivo passaggio, alle 3.15 circa, l'ha trovato impiccato alla finestra. Subito si e' intervenuti ma purtroppo non c'e' stato nulla da fare". Nella nota, il Sappe evidenzia che, alla data del 30 agosto scorso, "nella Casa circondariale di Grosseto erano detenute 17 persone rispetto ai 15 posti letto regolamentari: 9 erano gli imputati, 8 i condannati". Ma evidenzia le "criticita' gestionali ed organizzative del carcere grossetano da parte del comandante di reparto e sollecita pertanto un'ispezione ministeriale. E' necessario intervenire con urgenza sulla gestione e l'organizzazione della casa circondariale di Grosseto - aggiunge - caratterizzata da significative disfunzioni e inconvenienti che riflettono sulla sicurezza e sulla operativita' del personale di polizia penitenziaria che vi lavora con professionalita', abnegazione e umanita' nonostante una grave carenza di organico ed una organizzazione del lavoro assolutamente precaria e fatiscente". Secondo Donato Capece, segretario generale del Sappe: "Questo nuovo drammatico suicidio di un altro detenuto evidenzia come i problemi sociali e umani permangono, nei penitenziari, lasciando isolato il personale di polizia penitenziaria (che purtroppo non ha potuto impedire il grave evento) a gestire queste situazioni di emergenza. Il suicidio e' spesso la causa piu' comune di morte nelle carceri. Gli istituti penitenziari hanno l'obbligo di preservare la salute e la sicurezza dei detenuti, e l'Italia e' certamente all'avanguardia per quanto concerne la normativa finalizzata a prevenire questi gravi eventi critici". (AGI)
Red/Mav