(AGI) - Palermo, 19 giu. - Poca sollecitazione pubblica, bilanci non sempre trasparenti, ma uso intelligente del web che aiuta a mettere in rete le organizzazioni di volontariato. E' una fotografia puntuale quella che viene fuori dalla ricerca "Volontari in Sicilia, un atlante ragionato", presentata stamattina all'Auditorium Rai di Palermo. La ricerca - promossa dal Comitato di Gestione del Fondo speciale per il volontariato in Sicilia, con la collaborazione dei tre Centri di servizio siciliani - e' stata pubblicata per la Giappichelli e fa l'analisi del mondo del volontariato in Sicilia, evidenziandone criticita' ma anche valori come risorse. Dati e valori sono venuti fuori dalle 1.168 organizzazioni di volontariato censite, rispetto alle 2.000 unita' presenti negli archivi dei CSV siciliani. Anno di riferimento della ricerca e' stato il 2014.
POCA SOLLECITAZIONE PUBBLICA. Uno dei dati che e' emerso dalla ricerca e' la bassa propensione a utilizzare forme di "sollecitazione pubblica" del contributo dei cittadini (come il 5 per mille). A queste forme di coinvolgimento pubblico aderisce il 53,8% delle organizzazioni rispondenti. Nello specifico e' emerso: Alla leva fiscale del 5 per mille ricorrono il 47,9% delle organizzazioni di volontariato, mentre meno della meta' sono quelle che praticano qualche attivita' di fund raising (21,6%). Per le 1.168 organizzazioni coinvolte, il 5 per mille ha garantito nel 2014, 1,4 milioni di euro.
MODELLO LOCALISTICO E POCA RETE. La ricerca ha messo in luce anche come in Sicilia prevale il modello localistico, quando si parla di coinvolgimento: in provincia di Trapani (71%), Messina (72%), Agrigento (73%) e Siracusa (70%) e il partner piu' favorito e' l'istituzione pubblica.
Le organizzazioni fanno poca rete: solo in provincia di Catania ben 277 organizzazioni di volontariato hanno dichiarato di non avere nessuna relazione con altri soggetti interni ed esterni. "Questo significa - spiega Antonino Anastasi dell'Universita' di Messina, anche lui autore della ricerca - che queste organizzazioni vivono e agiscono senza confrontarsi con i punti di vista e i modi di agire di altri soggetti che operano nel medesimo territorio. Questo e' un punto critico del volontariato siciliano che merita attenzione da parte degli attori istituzionali che si occupano di promozione e sviluppo del settore".
L'ASPETTO ECONOMICO. La meta' delle organizzazioni di volontariato dichiara introiti inferiori a 5 mila euro, un quarto dichiara un volume di entrate fra i 5 e i 20 mila euro, un quarto un volume superiore a 20 mila euro. Solo 103 su 1.168 OdV, quindi l'8,8%, riesce a darsi una struttura operativa stabile, con lavoratori retribuiti. Dall'analisi dei bilanci delle organizzazioni di volontariato e' emerso un dato significativo: c'e' una scarsa propensione delle organizzazioni di volontariato a una rendicontazione trasparente o, almeno, a fornire dati finanziari rigorosamente controllati e pubblicamente approvati. Questo e' venuto fuori dal fatto che "nella maggioranza dei casi, pur disponendo di un proprio bilancio, non vengono indicate ne' le entrate o i proventi, ne' le uscite o gli oneri" spiega Giuseppe Campana, uno degli autori della ricerca. F
Dalla ricerca e' emerso anche che l'eta' media dei presidenti delle organizzazioni di volontariato siciliane e' pari a 53 anni, la meta' di essi e' attivo nel mondo del volontariato almeno da 13 anni (un quinto di essi lo e' da oltre 20 anni), nel 64,4% dei casi e' un uomo, il 34,8% dichiara di possedere un titolo di studio pari alla laurea (27,4%) o a una specializzazione post lauream (7,4%). Le organizzazioni di volontariato attive in Sicilia dichiarano che, alla fine del 2014, tra le loro file si potevano contare 131.837 soci (51.292 donne), 23.054 volontari (11.538 donne) e 1.890 giovani del servizio civile (1.030 donne). (AGI)
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