(AGI) - Roma, 1 mar. - "Sai qual e' il primo romanzo che ho
letto? Il Gattopardo. Avevo 15 anni, mi si spalanco' un mondo.
Capii che le parole messe in un certo ordine creano un canto
segreto". Nel descrivere un romanzo di formazione, e che ha
segnato la storia dell'editoria libraia in Italia, Toni
Servillo descrive se stesso, il proprio mestiere, un modo tutto
nuovo di interpretare i personaggi sulla scena. Oggi, quel
romanzo il protagonista de 'La Grande bellezza' lo legge in un
audiolibro edito da Emons, in cui Jep Gambardella si cala nei
panni, tra gli altri, del principe Fabrizio Salina, di Tancredi
e della loro Sicilia aristocratica e decadente. E dalla propria
voce, cavernosa, tira fuori l'eterno ""Se vogliamo che tutto
rimanga com'e', bisogna che tutto cambi".
Forse anche Tomasi di Lampedusa ne sarebbe stato felice:
"Ricordo perfettamente che per un mio compleanno il principe mi
regalo' un registratore, lo accese e comincio' a leggere ad
alta voce 'La Sirena'. Questa registrazione esiste ancora ed e'
un documento prezioso che testimonia l'importanza della lettura
ad alta voce per uno scrittore", ha raccontato il figlio
Gioacchino Lanza Tomasi in una intervista alla Repubblica.
Quella lettura arriva oggi da Servillo, che aveva interpretato
in audiolibro Tony Pagoda nella lettura di "Hanno tutti
ragione" di Paolo Sorrentino (2010), Servillo cambia registro e
da' voce all'eterno gattopardesco
Scritto tra la fine del 1954 e il 1957, Il Gattopardo usci' per
la prima volta dopo la morte del suo autore nel 1958. Lo
pubblico' Feltrinelli con una prefazione di Giorgio Bassani.
Quest'ultimo aveva ricevuto il manoscritto da Elena Croce e
intuendo la grandezza dell'opera spinse molto per la sua
pubblicazione. All'inizio, il romanzo era stato presentato agli
editori Mondadori ed Einaudi, che pero' lo rifiutarono. Il
testo fu letto da Elio Vittorini che, sembra, successivamente
si sarebbe rammaricato molto dell'errore. Nel 1959 Il
Gattopardo vinse il Premio Strega diventando il primo
best-seller italiano con oltre 100.000 copie vendute. Nel '63,
invece, Luchino Visconti lo tradusse nell'indimenticabile film
omonimo, con Claudia Cardinale e Burt Lancaster, vincitore
della Palma d'Oro come miglior film al 16° Festival di Cannes.
La trama si sviluppa in una Sicilia all'epoca del tramonto
borbonico. Di scena e' una famiglia della piu' alta
aristocrazia isolana nel feudo di Donnafugata, colta nel
momento rivelatore del trapasso del regime, mentre gia'
incalzano i tempi nuovi. "Noi fummo i Gattopardi, i Leoni;
quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene;
e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a
crederci il sale della terra", afferma Fabrizio Salina in uno
dei passaggi diventati celebri e simbolici di un punto di vista
sulla Sicilia e sul carattere dei siciliani. E non solo dei
siciliani.(AGI)
Fab