(AGI) - Palermo, 27 ott. - "Da soli gli ammortizzatori sociali non bastano". Eppure il governo su questa voce ha messo sul tavolo - e' stato detto oggi - 30 milioni di euro solo per il comparto dei call center. "Ma sono inutili, se non dannosi, senza elementi nuovi di discontinuita'". Cosi' parlo' Almaviva, oggi al ministero dello Sviluppo economico, dove, dopo la questione - irrisolta - dei trasferimenti dei dipendenti da Palermo a Rende, e' stato affrontato il tema ancora piu' spinoso delle procedure di chiusura dei siti di Roma e Napoli, con il taglio di 2.511 posti. La societa' detta le sue condizioni per fare marcia indietro, e anche in questo caso le posizioni appaiono lontanissime. Nuovo appuntamento fra quindici giorni. Pessimisti i sindacati, a fronte, per cosi' dire, dello spiraglio aperto. Una fessura strettissima, in verita', emersa a un certo punto dell'incontro svoltosi alla presenza del viceministro Teresa Bellanova: e' accaduto quando l'amministratore delegato Andrea Antonelli ha dato voce alla posizione dell'azienda e cioe' che si puo' provare a fermare la 'macchina', ma solo "in un quadro di azioni coerente", a supporto "della fase transitoria", che fino al raggiungimento dell'equilibrio economico preveda la sospensione di alcune componenti del costo del lavoro; percorsi formativi di riqualificazione verso altri ambiti produttivi; piani d'esodo incentivato di lungo periodo; pronta attuazione dell'intesa sul versante della qualita' e produttivita' individuale; investimenti tecnologici funzionali ai nuovi modelli operativi. Cose cosi'. Insomma, lo sforzo per individuare "alternative alla procedura di licenziamento collettivo in corso", per Almaviva Contact, non puo' che passare che per scelte condivise di forte discontinuita'. Cosi' afferma di guardare con "grande attenzione" alla posizione assunta dal Governo e alle iniziative che sta mettendo in campo per affrontare la crisi strutturale in cui versa il settore dei call center. Cui corrisponde "un percorso nuovo per Almaviva Contact, orientato da necessarie azioni di carattere strutturale seppur contestualizzate nel tempo, quale unica alternativa credibile alla riorganizzazione avviata, che richiede la responsabilita' di un impegno congiunto da parte di azienda, lavoratori, sindacati e istituzioni". La strada resta fortemente in salita. Se ne riparlera' tra due settimane. (AGI)
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