(AGI) - Palermo, 27 lug. - La Coldiretti anticipa in Sicilia la mobilitazione nazionale a sostegno del grano fissata per venerdi', offrendo pane, frutta, salumi e formaggi. Domani tutti in Piazza Verdi, vicino al Teatro Massimo di Palermo: "Pane e buoi dei paesi tuoi", "Scegli il grano siciliano, no quello dell'Ucraina", questi alcuni degli slogan per dire con chiarezza che e' ormai improrogabile l'indicazione dell'origine per tutti i prodotti da forno. Di certo - commentano il presidente e il direttore Coldiretti, Alessandro Chiarelli e Prisco Lucio Sorbo - se una mamma fosse informata della provenienza della farina con cui e' fatto il pane che fa mangiare a suo figlio, sceglierebbe quella della nostra Regione o quella italiana". Con oltre 81.000 mila ettari Palermo e' la provincia dove si coltiva piu' grano duro. Una produzione che supera i 2 milioni di quintali. In totale in Sicilia la superfice seminata a grano duro va oltre i 280 mila ettari. I numeri dimostrano che l'Isola e' un vero e proprio granaio grazie alla qualita' e alla specializzazione raggiunte, rileva Coldiretti Sicilia Nell'Isola il prezzo di vendita, 17/18 centesimi al chilo, e' piu' basso di trent'anni fa mentre i costi per produrlo sono lievitati. Nell'Isola, aggiunge Coldiretti, arrivano navi di grano comunitario e non comunitario che costa ancora meno mettendo a rischio l'intera economia: "Il grano cattiva scaccia quello buono. Bisogna riportare le corrette informazioni al consumatore valorizzando le distintivita' dei cereali italiani". Ma servono anche l'implementazione di una misura nazionale, con garanzia, in regime de minimis, che permetta agli agricoltori di ottenere l'anticipo sul prodotto conferito e l'allargamento della moratoria bancaria alle imprese cerealicole, assieme a un progetto per l'assicurazione al reddito delle imprese cerealicole con l'avvio ed applicazione dei fondi di mutualizzazione per la stabilizzazione del reddito delle imprese previsti dal Piano nazionale dello sviluppo rurale 2014-2020 in caso di perdite causate da un drastico calo del reddito. Esplode dunque la protesta degli agricoltori italiani che lasciano le campagne con i trattori per stringere d'assedio le principali citta' a difesa del grano nazionale, sotto l'attacco delle speculazioni che hanno praticamente dimezzato le quotazioni su valori piu' bassi di 30 anni fa con la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro e il rischio desertificazione per quasi 2 milioni di ettari, il 15% della superficie agricola nazionale, che si trovano peraltro soprattutto nelle aree piu' difficili del Paese. L'appuntamento della Coldiretti per la mobilitazione nazionale piu' grande degli ultimi decenni a sostegno della coltura piu' diffusa in Italia e' fissato per venerdi' dalle ore 9 dalla Sicilia nel centro di Palermo, con partenza del corteo da piazza Castelnuovo (Politeama) per arrivare in Piazza Indipendenza, al Molise a Termoli in piazza Giovanni Paolo II, dalla Basilicata a Potenza in piazzale Vincenzo Verrastro fino alla Puglia a Bari sul lungomare Nazario Sauro dove sara' presente anche il Presidente nazionale Roberto Moncalvo. Dal ritorno del baratto alla pagnotta "Doc" piu' grande del mondo ai grani piu' antichi recuperati dagli agricoltori, ora a rischio di estinzione, fino al Made in Italy sfregiato con kapeleti, spagheroni e macaroni scovati in tutti i continenti dove non vale la legge sulla purezza, ma nelle diverse citta' sono annunciate azioni per far conoscere a istituzioni e cittadini il valore del grano italiano per il futuro dei prodotti piu' rappresentativi del Made in Italy quali la pasta e il pane. Dossier Coldiretti su "La #guerradelgrano" con i costi delle speculazioni per gli agricoltori e i consumatori e le proposte concrete per salvare la coltivazione ed i rischi che corre l'Italia sul piano ambientale, economico e occupazionale. (AGI)
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