(AGI) - Palermo, 1 apr. - Nessuna buona nuova dal faccia a faccia a Roma tra la Regione siciliana e i vertici di Almaviva, il colosso dei call center impegnato in un drastico piano di riorganizzazione che prevede quasi 3000 tagli nel Paese, 1670 dei quali solo a Palermo. Secondo quanto riferiscono i sindacati, i quali ieri in tarda serata hanno sentito l'assessore alle Attivita' produttive Mariella Lo Bello che ha incontrato il presidente dell'azienda Marco Tripi e l'amministratore delegato Andrea Antonelli, l'azienda ha ribadito le proprie posizioni. Ha detto di ritenere insufficienti le garanzie del governo nazionale sulla questione delle delocalizzazioni. E di considerare necessario legare le commesse alla produzione; cosi' come riterrebbe insostenibile l'utilizzo di incentivi per nuove assunzioni che vengono giudicate come concorrenza sleale. Non accettera' ammortizzatori sociali 'perche' accettarli - avrebbero argomentato i manager, secondo quanto riportato dall'esponente della Giunta Crocetta - vorrebbe dire credere che alla fine ci sara' una ripresa che loro non vedono'. Il vicepresidente della Regione ha ribadito di volere essere parte attiva nella vertenza, che il dialogo proseguira' "mettendo a disposizione ogni possibile opportunita'", e incontrera' nuovamente i committenti. All'assessore i sindacati hanno chiesto di sollecitare il Mise perche' in tempi strettissimi apra un tavolo di crisi su Almaviva. "La posizione dura dell'azienda nel sostenere che il piano di rilancio aziendale passa per 1670 licenziamenti a Palermo - affermano i sindacati - non e' accettabile ne' sostenibile in un territorio gia' in difficolta'. Il sostegno della Regione deve essere piu' incisivo". E oggi le organizzazione dei lavoratori incontreranno Almaviva nella capitale: si tratta della prima riunione nell'ambito della proceduta di mobilita' avviata undici giorni fa. Il conto alla rovescia prosegue inesorabile: restano solo 64 giorni di tempo per evitare i licenziamenti. (AGI)
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