(AGI) - Cagliari, 7 dic. - In Sardegna i Rossomori passano all'opposizione, con una decisione "irrevocabile" ufficializzata oggi dai vertici del partito che include anche il ritiro del loro rappresentante nella Giunta regionale. "L'assessore dell'Agricoltura Elisabetta Falchi sta presentando ora la lettera di dimissioni", ha annunciato il presidente della forza sovranista, Gesuino Muledda. "A ore pubblichera' anche un comunicato e un video per riassumere la sua attivita' finora". Con Falchi salgono a due gli assessori dimissionari, nel post referendum costituzionale, nella Giunta guidata da Francesco Pigliaru. All'incontro con la stampa stamane spiccava l'assenza di uno dei due consiglieri Rossomori, Paolo Zedda, cosi' spiegato da Muledda": "Lui aveva una visione diversa, anche se non nella sostanza. Comunque, resta nel partito e agira' di conseguenza". Zedda, in sostanza, avrebbe preferito un appoggio esterno alla maggioranza alla guida dalla Regione, ma il consiglio nazionale del partito ha deciso diversamente.
Rossomori contesta "l'inadeguatezza della coalizione e soprattutto del Pd, partito di maggioranza relativa che non e' mai esistito come tale negli ultimi due anni e mezzo, anche quando un segretario ce l'aveva", secondo le parole di Muledda, che attacca anche la Giunta. "Se si rinchiude a riccio e cerca rapporti bilaterali coi singoli consiglieri e non coi gruppi, allora la coalizione si sfalda". E a Pigliaru e al presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau i Rossomori, schierati per il No al referendum costituzionale, non perdonano di essere scesi in campo per il Si': "Invece di fare gli arbitri hanno voluto giocare la partita, persino con un rigore contro", afferma il consigliere Emilio Usula, capogruppo di Soberania e Indipendentzia.
"Col voto i sardi hanno respinto l'attacco all'autonomia ed evidenziato i limiti dell'azione della Regione, soprattutto sui temi della lavoro e della poverta'", sottolinea il segretario dei Rossomori Marco Pau, in riferimento alla schiacciante maggioranza (72%) dei No in Sardegna, record nazionale. "La Giunta ha lavorato per dividere i consiglieri regionali dai propri partiti. La maggioranza e' stata ignorata e chiamata solo a ratificare decisioni gia' prese. Ci siamo trovati a essere un partito sottomesso e subalterno e abbiamo assistito a una mutazione genetica della coalizione che si e' rimangiata la vocazione autonomista, con un Pd appiattito sul governo-partito amico. Da oggi lavoreremo con sardisti, sovranisti e indipendentisti a un comune programma per l'autogoverno della Sardegna". (AGI)
Rob
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