(AGI) - Taranto, 27 mar.- Mancati investimenti e mancate assunzioni: la Funzione pubblica Cgil rilancia la questione dell'Arsenale della Marina Militare, addetto alle manutenzioni navali, e dichiara che, senza interventi, questo stabilimento vedra' accentuare la propria crisi.
La Cgil rammenta che tempo fa "37 milioni di euro" furono "destinati per lo sviluppo del territorio" di Taranto e "dirottati verso l'Arsenale in seguito ad in accordo informale fra ministero Difesa e sindaco del capoluogo jonico Ezio Stefano. Tale scelta - rileva la Funzione pubblica Cgil - presupponeva come contropartite un piano di assunzioni di giovani maestranze in considerazione delle carenze del personale operaio e i 57 anni di eta' media dei lavoratoti, attualmente impiegati nello stabilimento;l'apertura all'esterno della scuola di mestieri "allievi operai"; un progetto "acciaio a km 0", che prevedeva lo smantellamento delle unita' navali, in disarmo, per recuperare e riciclare l'acciaio da inviare all'Ilva di Taranto (alle attivita' di smantellamento sarebbero state interessate anche le ditte locali)". Secondo la Cgil, "non si e' realizzato niente". Ricordando che tra le priorita' per l'Arsenale della Marina a Taranto era stato soprattutto posto il problema delle nuove assunzioni per fronteggiare le carenze di organico, la Cgil dice che "il problema delle carenze di personale operaio si sta risolvendo con l'ingresso di ex militari riformati per motivi di salute" e "nell'Arsenale di Taranto ne sono transitati circa 70 in 14 mesi". Ma, si legge ancora nella nota, "la Fp Cgil Taranto non ci sta. Non e' comprensibile come sia possibile assegnare profili operai, che prevedono l'impiego a bordo di unita' navali, a dipendenti "riformati per motivi di salute" che, dove non venissero declassati in amministrativi (portandone in sovrannumero la dotazione organica) sulle navi a lavorare non ci potranno andare". Per la Funzione pubblica Cgil, "forse andrebbe dato ascolto agli Stati Maggiori che ricevono continue sollecitazioni dai dirigenti di enti e comandi per le difficolta' lavorative che incontrano a causa della mancanza di adeguata manodopera, che non verra' risolta in alcun modo dal transito di militari "prescritti" nel ruolo civile".(AGI)
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