Bari - Due cittadini afghani, sospettati di progettare attentati in Italia, Belgio, Francia e Gran Bretagna, sono stati fermati dai carabinieri del Ros di Bari, nell'ambito di indagini della Direzione distrettuale antimafia. Si tratta di un ospite del 'Carà di Bari, fermato a dicembre mentre fotografava l'esterno di un centro commerciale barese, e un afghano residente a Foggia, fermato mentre ritirava il permesso di soggiorno. Una terza persona è invece ricercata. Indagati anche un altro cittadino afghano di 29 anni e un pakistano per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il 29enne aveva ottenuto ieri il riconoscimento di rifugiato e aveva intenzione di recarsi a Calais (Francia), località in cui risulta avere una stabile dimora e gestisce traffici illeciti. Si tratterebbe dei membri di una 'cellulà che avrebbe fornito sostegno logistico a un'organizzazione terroristica transnazionale legata allo Stato Islamico e ad Al Qaeda. Altri due cittadini stranieri, sarebbero invece già da tempo in Afghanistan.
Volevano colpire in Italia, Francia e Belgio
L'operazione antiterrorismo nel capoluogo pugliese, da parte dei Ros dei carabinieri sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, ha individuato e bloccato un gruppo di persone attive nell'ambito del terrorismo islamico che progettavano attentati a Bari e in altre città europee. Secondo gli investigatori dell'Arma e i due magistrati inquirenti Pasquale Drago e Roberto Rossi, il gruppo era composto da Ahmadzai Qari Khesta Mir, di 30 anni, Ahmadzai Surgul, di 28 anni, Nasiri Hakim, di 23 anni, tutti nati in Afghanistan. Secondo lo stesso atto di accusa della Procura di Bari sono sospettati di essere "i promotori, dirigenti, organizzatori e finanziatori si associavano tra loro e con altre persone non identificate allo scopo di compiere atti di violenza con finalità di terrorismo internazionale, realizzando anche in Italia (oltre che in Francia, in Belgio) un'associazione criminale, costituente articolazione o comunque una rete di sostegno logistico di una organizzazione eversiva sopranazionale di matrice confessionale, funzionalmente collegata all'organizzazione terroristica internazionale denominata Stato Islamico dell'Iraq e della Siria (Isis) o Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (Isis), Emirato Islamico dell'Afghanistan e di Al Qaeda, operante sulla base di un complesso programma criminoso, condiviso con una rete di analoghi ed affini gruppi attivi in altre zone d'Italia ed altri Stati Europei nonché in altri paesi extraeuropei contemplante".
Nel mirino centro commerciale e aeroporto di Bari
Le indagini sono iniziate il 16 dicembre, quando una pattuglia della Compagnia di Bari san Paolo notò e controllò 4 giovani afghani, due con regolare permesso di soggiorno e due ospiti del Cara di Bari, mentre facevano foto all'interno di un grande centro commerciale alle porte della città. Le successive indagini hanno accertato che uno dei due afghani con permesso di soggiorno teneva stabili collegamenti telematici con un "noto sito talebano, scaricando video e prloclami" inneggianti alla guerra santa islamica. Tra i materiali anche foto di un noto capo talebano, vittima di un raid aereo statunitense. Un altro filmato ripreso con un cellulare riguarderebbe l'area di imbarco dell'aeroporto di Bari, visibile solo dall'area del cosiddetto check in.
Il selfie con il sindaco
I tre afghani vivevano nella struttura del centro di accoglienza per richiedenti asilo di Bari e tra il materiale sequestrato anche alcuni selfie di uno di loro con il sindaco di Bari Antonio Decaro. Foto scattata durante una manifestazione di solidarietà per i profughi in fuga dalle zone di guerra, una marcia che si è svolta nel 2015. Per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, inoltre sono indagati un 29enne afghano residente a Cerignola e un 24enne che vive a Bari. Tutti avevano ottenuto nei mesi scorsi la protezione umanitaria o sussidiaria.(AGI)