(AGI) - Torino, 16 gen. - "Le migrazioni, i movimenti di persone e di popoli, sono un fatto che ci interpella e a cui dobbiamo scegliere di dare delle risposte. Le risposte possono essere diverse: puo' prevalere l'affermazione unilaterale della propria identita' o la difesa della propria posizione economica raggiunta; puo' prevalere la paura della diversita' che induce a leggere come 'invasione' l'arrivo dei migranti da paesi poveri e/o in guerra. In questi casi la risposta alle migrazioni sara' piuttosto venata o tentata di prassi di esclusione nei riguardi dei nuovi venuti". Lo ha detto l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, in occasione della visita alla Comunita' ebraica del capoluogo piemontese per la celebrazione della Giornata di dialogo ebraico-cristiana.
"Il libro di Ruth - ha proseguito Nosiglia - ci incoraggia piuttosto a seguire un'altra prospettiva, ovvero la via dell'inclusione, riconoscendo sia nell'altro ? nello straniero ? sia in noi stessi risorse concrete che rendono possibile la vita insieme se le attiviamo in modo creativo e fiducioso".
L'esperienza dell'emigrazione, ha sottolineato l'arcivescovo di Torino, "e' un'esperienza che non tocca solo i migranti - le persone che si spostano dal proprio paese verso altri contesti ? ma coinvolge anche le popolazioni, e dunque le persone, che vivono nei paesi destinatari delle migrazioni che sono chiamate a interagire con le persone 'nuove arrivate', portatrici di tante differenze, rispetto alle quali occorre sviluppare processi intelligenti e creativi di accoglienza e di inclusione". "In particolare - ha proseguito - il rotolo di Ruth invita a riconoscere che la fede nell'unico Dio di Israele fonda in modo forte la possibilita' di elaborare scenari etici, culturali e sociali di integrazione, che, seppur necessitanti di una piu' ampia dimensione politica che li sostengano, devono trovare pero' il primo radicamento nelle persone ed esprimersi nelle relazioni interpersonali". (AGI)
Chc