L'Adriatico e' conosciuto per essere la zona piu' produttiva per la pesca di tutto il bacino del Mediterraneo e, benche' ricopra meno del 5% del Mediterraneo, e' considerato una delle aree con la maggiore diversita' di specie marine oggi a rischio. Decenni di pesca a strascico intensiva hanno causato il declino degli stock ittici, della biodiversita' e, allo stesso tempo, dell'economia della piccola pesca. Le azioni per preservare questo mare, che dovranno prevedere limitazioni severe della pesca ma anche misure a favore dei pescatori, sono dunque diventate urgenti per tutti.
Un recente studio pubblicato su Nature il 14 marzo scorso ha rilanciato l'allarme sul costante calo del pescato di specie demersali in Adriatico (-49%) dagli anni '90 ma anche il declino dei grandi predatori come gli squali e delle mante e razze. In questo mare cosi' impoverito, il nasello registra un tasso di sovrasfruttamento cinque volte superiore ai limiti di sostenibilita', nonostante le catture si siano quasi dimezzate tra il 2006 e il 2014. Ancora peggio per gli scampi le cui catture da parte della flotta italiana sono crollate, dal 2008 al 2014, del 54%. Considerato che la pesca adriatica produce il 50% di tutti i prodotti ittici italiani, e' davvero allarme rosso.
A risentire della gravita' della situazione non e' solo l'habitat marino e la biodiversita' ma anche i piccoli pescatori e l'economia che ruota intorno a essi. Se poi si tiene conto che, come ha ribadito il Commissario Europeo Karmenu Vella, durante la conferenza interministeriale di Malta sulla pesca Mediterranea, "Il 75% delle risorse marine viene catturato dal 20% delle grosse navi da pesca industriale mentre all'80% dei piccoli pescatori non rimane che il residuo, cioe' il 25% dei pesci", non si puo' piu' ignorare una situazione che penalizza l'ambiente e la piccola pesca. Per affrontarla e' urgente che Italia e Croazia, i due paesi con le piu' importanti flotte adriatiche, concordino immediatamente delle misure comuni per il recupero dell'Adriatico.
Il primo banco di prova sara' la tutela della Fossa di Pomo in centro Adriatico, la piu' importante nursery di scampi e nasello e uno dei rari ecosistemi di profondita' dell'Adriatico
"Salvaguardare la Fossa e preservare la riproduzione di queste specie - afferma Mario Catania, ex ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali in una conferenza stampa a Montecitorio - e' fondamentale anche per il futuro della pesca nella zona. E' chiaro pero' che, accanto alla tutela dell'area, sara' necessario prevedere idonee misure a favore dei pescatori che saranno colpiti dalle limitazioni di pesca introdotte con la chiusura della Fossa".
"Per spingere in direzione di un definitivo divieto di pesca a strascico nella Fossa di Pomo - afferma il presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci - lo scorso ottobre avevo presentato un' interrogazione al Ministro per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali, piu' volte sollecitata. Nella stessa interrogazione sottoponevo al ministro le questioni dei gravi casi di pesca illegale verificatisi in Adriatico e del raggiungimento dell'obiettivo previsto dalla politica comune della pesca per il 2020 per una pesca sostenibile che salvaguardi gli stock ittici in declino. L'Adriatico e' un mare particolarmente vulnerabile in cui sono state fatte battaglie ambientali importanti grazie alle quali sono state salvaguardate le risorse ittiche. Da questo punto di vista ritengo necessario anche che l'Italia avvii con i paesi rivieraschi un rapporto per arrivare a interdire le ricerche petrolifere".
Oggi, a seguito di una proposta presentata, nel febbraio scorso, da MedReAct alla commissione Generale della Pesca per il Mediterraneo, il dialogo tra i due Paesi e quindi la collaborazione tra le due flotte piu' importanti dell'Adriatico, e' piu' necessario che mai.
"La nostra proposta - spiega Domitilla Senni di MedReAct - prevede l'istituzione di una Zona di Restrizione alla Pesca (FRA) nella Fossa di Pomo chiusa alla pesca demersale, per tutelarne le risorse e gli ecosistemi, contribuire al recupero degli stock ittici e offrire un futuro alla pesca dell'Adriatico".
Con l'obiettivo di tutelare l'Adriatico e' nata l'alleanza internazionale Adriatic Recovery Project, che riunisce organizzazioni della societa' civile ed enti di ricerca intorno all'obiettivo di preservare gli ecosistemi marini vulnerabili e gli habitat essenziali per le specie ittiche dell'Adriatico.