- Milano, 24 mar. - "Caro Papa Francesco,
grazie per la tua visita a Milano, alle sue cosiddette eccellenze, e alle case popolari del Quartiere Salomone, cosiddette periferie", scrivono i comitati. "Nell'altra Milano tu non vieni a incontrare problemi, vieni a incontrare persone. Parlano lingue diverse ma nella stessa lingua sorridono e piangono. I poveri rendono a chi se ne serve. Tu vieni a dare una mano. L'impegno e la lotta degli abitanti per una citta' senza periferie, bella, piu' giusta, durano da quarant'anni".
"In alto, nella citta', raramente siamo ascoltati, riconosciuti - proseguono -. Sono prevalse politiche che arricchiscono i ricchi e infieriscono contro i poveri, li rendono piu' poveri, senza casa, abitanti in case di degrado e di esclusione, e, nei casi piu' gravi, senza lavoro, precari, senza reddito, con reddito che puo' scendere ai 290 euro mensili della pensione di invalidita', quando non hai l'integrazione di un sussidio, senza fornitura di elettricita', di gas, i tubi tagliati quando non paghi la bolletta, con difficolta' per la salute, la scuola, il ben vivere. Anche quando otteniamo interventi, quasi sempre gli abitanti non sono considerati protagonisti, sono esclusi e la conduzione autoritaria e' segnata da incompetenza, spreco". "'Siate ostinati, siate ostinati contro l'ingiustizia', ci ha detto in una sua visita il cardinale Tettamanzi - ricordano -. Pure, nell'indifferenza di gran parte della citta', che scarica sulle spalle degli abitanti la sua responsabilita', molti nelle case popolari si sono scoraggiati. Dicono: non cambiera' mai niente. Oggi la tua visita da' fiducia e speranza, da' allegria. Incoraggia nella scelta di continuare e di migliorare l'impegno, la lotta, se necessario, per cambiare qualcosa attorno a noi, e per cambiare noi stessi. Dalla parte dei poveri, come Ambrogio, che la citta' nomina soltanto nei giorni degli ambrogini e della fiera Oh bej! Oh bej!".
"Dal basso abbiamo presentato le nostre idee per la citta', in particolare in vista dell'Expo, senza avere risposta - rammentano -. Continuiamo a pensare che siano idee belle. Le abbiamo pensate e le abbiamo sentite nel cuore affinche' la citta' si guardi allo specchio, si domandi le cause e gli scopi dei suoi grattacieli e del suo degrado, veda chi si serve di lei e chi prova a servirla, apra una traccia di cammino per oltrepassare i confini, dentro e fuori. Abbiamo chiesto l'anno europeo per le periferie, con un punto specifico per la vigilanza sugli interessi della criminalita' organizzata nelle case popolari; la stanza del silenzio a Palazzo Marino, dedicata al cardinale Martini; la mostra sulle periferie a Palazzo Reale, costruita da abitanti di ogni eta', provenienza, lingua, e da esperti, purche' esperti anche in umanita'; la Carovana da un quartiere di case popolari all'altro, per conoscerci e costruire la nostra unita'; l'etichettatura degli alberi, nei nostri cortili, nella citta', nel mondo; il centro popolare di promozione culturale e di documentazione nelle case popolari di un quartiere, con la possibilita' di aprirlo in tutti i quartieri".
La missiva e' firmata da: comitato case popolari Calvairate-Molise-Ponti; laboratorio di quartiere Giambellino Lorenteggio; comitato inquilini quartiere operaio Umanitaria; comitato quartiere Salomone; comitato Salomone rinasce; servizio pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Milano;parrocchia Sant'Arioldo-Baranzate; associazione islamica moschea Santa Mariam di Cascina gobba; sindacato inquilini casa e territorio (Sicet) e unione inquilini-Milano. (AGI)
Red/Fed