(AGI) - Roma, 8 dic. - Nessun appoggio a un nuovo governo, ma impegno per una legge elettorale condivisa e che consenta ai partiti e alle coalizioni di organizzarsi per dare "governabilita' al Paese". Giovanni Toti, governatore della Liguria, non vede margini per un ingresso in un governo di scopo e, in una intervista a 'Il Corriere della Sera' precisa: "La maggioranza del Pd e' piuttosto netta, pur con variopinti alleati, transfughi e trasformisti ha portato il Paese fin qui, e una bocciatura pur forte del referendum e' irrilevante per gli equilibri parlamentari. Chi ha perso non se ne va dal campo offeso con il pallone. Se avesse vinto il Si', il governo avrebbe tratto per intero il dividendo politico del voto. Difficile chiedere che ora debbano essere socializzate le perdite". "Noi pensiamo agli italiani, e per chiarezza: questa legislatura e' stata portata avanti per fare le riforme, dal 5 dicembre puo' considerarsi conclusa. Chi si e' assunto la responsabilita' di questa fine, si assuma anche quella dei titoli di coda". "A noi - aggiunge Toti - spetta costruire l'alternativa per il Paese, e lavorare per proporre unitariamente al Parlamento una proposta di legge elettorale che intervenga rapidamente, da discutere con gli altri partiti, subito dopo la decisione della Consulta sull'Italicum. Penso a una legge che garantisca la rappresentanza del voto degli italiani e al contempo stabilita' e governabilita', lasciando scegliere davvero agli elettori da chi essere governati". Quanto al futuro leader: "Prima di questo problema dovremmo porci quello dell'agenda politica che gli italiani ci hanno dettato: poverta', insicurezza della classe media, periferie, immigrazione, concorrenza, tutela del lavoro. Su questi temi il centrodestra deve rinnovare la propria offerta politica. Il nostro obiettivo, per me, dovrebbe essere raggiungere l'ottimo equilibrio che gia' stiamo sperimentando con successo in Liguria, Lombardia, Veneto. Il modello da offrire agli italiani c'e' gia'".(AGI)
Red/Mav