AGI) - Amatrice, 9 gen. - "Siamo allo stremo, gran parte delle nostre produzioni sono ferme ad agosto, al giorno del terremoto. Ed ora, con l'arrivo del freddo e della neve, temiamo per la sopravvivenza dei nostri animali, e delle nostre attivita'". E' il grido d'allarme di uno dei tanti allevatori della conca di Amatrice e Accumoli, dove la morsa del freddo non accenna ad allentare la sua presa, che si estende su un comparto, quello dell'agricoltura e dell'allevamento, gia' messo in ginocchio dopo il sisma. Un appello che fotografa la situazione di un territorio che vive della sua agricoltura. Da sempre. E che ad oggi, con le temperature che di notte arrivano a toccare anche i 16 gradi sotto lo zero, rischia di veder minata quella ripresa economica e sociale sulla quale si e' poggiata sin dal primo giorno la macchina dei soccorsi nelle zone terremotate.
Un meccanismo che pero' per il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, si e' incagliato. Lo ha ribadito ancora una volta, il primo cittadino del paese-simbolo del terremoto del 24 agosto, questa mattina, nel corso di un'intervista su Radio Cusano Campus, sottolineando la lentezza delle procedure di intervento proprio a sostegno del mondo agricolo e degli allevamenti: "Era stata fatta una gara da parte della Regione Lazio per le stalle provvisorie - dice Pirozzi - purtroppo su 52 stalle 25 sono state cantierate e 27 no. Oggi qualcuno scopre che c'e' un'ordinanza del 28 novembre, si affannano tutti per darsi da fare, ma dal 28 novembre al 9 di gennaio passano quasi due mesi. Sei giorni fa e' venuto in visita il Ministro per l'Agricoltura per l'inaugurazione di una tensostruttura, accompagnato in fanfara, non so se al Ministro hanno detto quella che era la situazione. Qui nessuno faccia il furbo. In fase d'emergenza - prosegue il sindaco di Amatrice - servirebbe un uomo al comando, affiancato dalle migliori espressioni di legalita' della nostra nazione. Se io vedo che tu stai in ritardo, vengo la' e ti chiedo conto di cosa stai facendo, muovendomi immediatamente per attivare altre procedure. Ora stanno chiudendo la stalla dopo che sono scappati i buoi. Non mi si venga a dire che da oggi si mettono a disposizione gli uffici di qualche organizzazione sindacale, perche' questo poteva essere fatto prima. E' cronaca di un gelo annunciato. E' vero che il gelo e' straordinario, ma a nessuno sfugga che qui si sta a 1000 metri. Ora interverra' la Protezione civile del Lazio con un paio di tensostrutture. Ma c'era un'ordinanza del 28 novembre, perche' allora ci si deve muovere oggi? In tempi normali i ritardi sono tollerati, in tempi di guerra, e questo per noi e' un momento di guerra, un ritardo significa la morte civile e morale delle persone".(AGI)
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