(AGI) - Roma, 30 nov. - La crisi economica piu' pesante dell'ultimo secolo non e' riuscita a piegare la voglia degli italiani di fare impresa. La strada maestra rimane l'artigianato. Una voglia di fare impresa che travolge tasse alte e burocrazia paralizzante, credito difficile e infrastrutture insufficienti. E che vede protagonisti soprattutto i giovani, con numeri importanti: dal 2014 a oggi, sono nate infatti 242.990 imprese artigiane, il 23,7% di tutte le imprese nate in Italia nello stesso periodo. E' quanto emerge dallo studio della Cna, presentato in occasione di "CambiaMenti", il premio assegnato alla presenza del Ministro del lavoro, Giuliano Poletti. "CambiaMenti - ha spiegato il segretaio generale della Cna, Sergio Silvestrini -punta sulle start up che hanno avuto la capacta' di evolvere una tradizione o introdurre un importante mutamento nell'attivita' svolta e che hanno saputo riscoprire le tradizioni, promuovere il territorio e le comunita', innovare prodotti, processi, costruire il futuro".
I comparti nei quali si conta il piu' alto numero di nuove imprese artigiane sono, nell'ordine, le costruzioni (94.378 imprese), il manifatturiero (49.940), i servizi per la persona (24.231), la ristorazione (14.692), i servizi di pulizia (13.337), le autoriparazioni (9.190), il trasporto su strada (8.861), l'Ict (4.127), i servizi alle imprese (3.130).
All'interno del settore manifatturiero sono nate piu' imprese nell'abbigliamento (8.846), i prodotti in metallo (7.754), gli alimentari (7.374), le riparazioni di apparecchi e attrezzature (6.081).
Questi dati dimostrano come l'artigianato contribuisca, e in maniera evidente, al rinnovamento della base produttiva nazionale. Le cifre assolute, tuttavia, non permettono di cogliere quanto le nuove imprese abbiano mutato i connotati all'artigianato. La direzione del cambiamento si puo' cogliere infatti valutando i tassi di crescita settoriali, dati dal rapporto tra il saldo tra imprese nate e cessate e lo stock di imprese attive. I settori in espansione, che presentano tassi di crescita positivi, sono i servizi alle imprese (+6,2%), i servizi di pulizia (+3%), la riparazione di apparecchi e attrezzature (+2,8%), l'Ict (+1,6%), la logistica (+1,3%). In questi settori, il numero delle aziende e' aumentato perche' le imprese neonate sono state piu' numerose di quelle cessate. In molti casi si tratta di settori ad alto contenuto tecnologico. Vi sono poi anche settori nei quali, nonostante l'alto numero di nuove imprese, il saldo tra imprese nate e imprese cessate risulta negativo. Sono i comparti della manifattura, le costruzioni, i trasporti su strada. (AGI)
Bru